Loading

Torino vuole ballare: clubbing al Todays con gli Overmono

Vibrazioni al Parco della Confluenza con gli Overmono, in apertura C’mon Tigre e Yellow Days. Una line-up eterogenea e un pubblico sempre più variegato per la quarta serata di Todays


Dopo la pausa di mercoledì, il Parco della Confluenzalocation scelta da Fondazione Reverse, la nuova produzione – ci accoglie per un’altra sera di festival. Con grande dispiacere, il giorno prima viene comunicata la cancellazione dei Thru Collected dalla scaletta, per ragioni indipendenti da artisti e organizzazione. Un peccato perdersi la performance del collettivo napoletano di produttori musicali, voci e artisti visuali che avrebbe sicuramente arricchito una serata già di per sé promettente, a giudicare dagli altri artisti coinvolti nella scaletta. Fortunatamente il pubblico non demorde e si dirige, poco alla volta, verso la venue.

I cancelli aprono più tardi del previsto ma, come da timeline, i live cominciano alle 20.30, accompagnati dai suggestivi colori della sera. Spetta ai C’mon Tigre il compito di aprire le danze con un’esperienza multisensoriale tra tropicalismi, elettronica e jazz. L’ensable di musicisti nasce in Italia nel 2013 e si contraddistingue, innanzitutto, per la scelta di non presentarsi come singoli, ma solo ed esclusivamente come collettivo, in contrapposizione a ogni individualismo.

Tra i sei membri che compongono la band, nonostante la volontà di non identificarsi, è tuttavia doveroso menzionare Pebbe Scardino (alle prese tra synth, sax e flauto) e Pasquale Mirra che, considerato uno  dei migliori vibrafonisti della scena nazionale e internazionale, ha incantato il pubblico con uno xilofono fuori dagli schemi e percussioni ispirate a ogni angolo di mondo. Nel corso del live sono stati eseguiti principalmente brani tratti da Habitat – il loro ultimo lavoro –, come la stravagante Sento Un Morso Dolce, scritta e interpretata da Giovanni Truppi la cui voce è stata riprodotta per accompagnare quella di Marco Molinelli. Tuttavia, non sono mancati anche alcuni ritorni al passato, per mezzo di brani meno recenti come As-tu été à Tahiti? e Supernatural. I C’mon Tigre hanno scaldato per bene il palco del Todays,  caricando gli ascoltatori di energie forti, vitali e costruttive.

La musica prosegue dopo un cambio palco piuttosto veloce, considerato il numero di strumenti di cui era colmo, per lasciare spazio al prossimo artista: Yellow Days. Pseudonimo di  George Van Den Broek, ventiquattrenne, nato a Manchester ma con base a Los Angeles, propone un soul-pop psichedelico. Dal sound dell’artista emergono chiare le influenze di King Krule e Mac De Marco con cui, tra l’altro, vanta anche una collaborazione (The Course, che abbiamo avuto il piacere di ascoltare live).

Senza dubbio si tratta di un netto cambio di genere rispetto all’immaginario percorso con i C’Mon Tigre e ci si potrebbe quindi chiedere quale sia il fil rouge che lega questi due progetti, portandoli a esibirsi nella stessa situazione. Ma ecco che, neanche il tempo di interrogarci, parte Hotel Heaven – tratta dall’omonimo album – e subito veniamo trasportati verso un’altra dimensione, coinvolti in una nuova storia.

La riconoscibile voce gutturale di George, la sua autentica presenza scenica e l’abilità – non scontata – di suonare molto bene sia le tastiere sia la chitarra elettrica, lo rendono un progetto più che promettente nello scenario indie-alternative internazionale. Sul palco, Yellow Days è affiancato da tre musicisti: basso, batteria e, soprattutto, la chitarra degna di nota di Alexander Kurt Fransche; un set semplice ma di grandissima qualità. Il live si alterna tra momenti di psichedelia ad altri di intimità, ripercorrendo, oltre ai brani dell’ultimo album, la vasta produzione di un artista che, nonostante la sua giovane età, ha alle spalle ben tre album e altrettanti EP. Giunti alla fine dell’esibizione, con la sigaretta in bocca e la birretta accanto ai propri strumenti, Yellow Days incorpora alla perfezione le vibes da teenage riot, con un’attitudine che potremmo definire quasi punk. Un bel tassello da aggiungere al portfolio degli artisti passati per Torino, di cui possiamo solo andare fieri.

La notte è ormai arrivata su Torino, la Basilica di Superga brilla nella cornice che circonda il Parco della Confluenza e il momento più atteso della serata sta arrivando: il live degli Overmono. Il genere musicale muta ulteriormente e, arrivati a questo punto della serata, guardandoci attorno, sorge spontanea un’ipotesi che potrebbe forse spiegare la scelta degli artisti in line-up, così diversi tra di loro: la gente. Sì perché, per quanto possa sembrare confusionario ascoltare artisti di generi diversi, il valore aggiunto è quello di unire sotto lo stesso palco persone con background musicali differenti e che, magari, potrebbero scoprire e appassionarsi di di qualcosa di diverso, per mezzo di un’artista fino a quel momento a loro sconosciuto.

Ma torniamo agli Overmono: Ed e Tom Russell si posizionano su un’imponente console, tra mixer, pad, pc e sintetizzatori, pronti a sferrare colpi di bassi potentissimi. I due fratelli gallesi, già passati per Torino lo scorso autunno con un memorabile set al Club To Club, ritornano in una situazione un po’ diversa, ma con lo stesso pubblico gasato ad accoglierli sotto cassa. La dance culture di cui si fanno portavoce è sicuramente più indicata per un contesto da club, ciò nonostante, lo stage nella nuova area verde di Todays è stato in grado di adattarsi al meglio: l’impianto ha fatto vibrare ogni suono attraverso i corpi dei presenti, così come i visual che – presenti sotto la console, alle spalle degli artisti e sugli schermi laterali – hanno subito convinto la folla a buttarsi a capofitto in un ballo senza sosta.

Glitch e suoni campionati si fanno spazio tra le tracce che compongono Good Lies, l’ultimo lavoro uscito nel 2023, ricco di sonorità downtempo. Non mancano all’appello alcune nuove tracce quali Gem Lingo (over now) e stayinit; così come i brani che hanno segnato la storia del duo britannico, tra cui So U Kno e I Have A LoveScaletta a parte, ogni persona è presa bene e, senza neanche accorgersene, il tempo scorre e in un attimo ci si ritrova alla fine del live. Gli Overmono ci salutano con una Good Lies che ci fa scatenare, lasciandoci al contempo con l’amaro in bocca: tutti quanti volevamo ballarla ancora una volta.

A mezzanotte spaccata gli artisti ringraziano, le luci si accendono, è ora di andare via. La sensazione, alla fine del live, è che Torino si sia risvegliata dal letargo estivo, ritrovando di nuovo la voglia di uscire, di andare ai concerti e di ballare fino al mattino. Sarebbe stato bello poter continuare la serata con un’afterparty da qualche altra parte, come accadeva nelle edizioni precedenti; chissà che non possano ritornare in quelle future. Sicuramente, una serata da ricordare e da ripetere al più presto.

 

foto di Luca Morlino

Veronica Vair

Con le cuffie ingarbugliate nelle tasche.

Loading
svg
Navigazione Rapida
  • 01

    Torino vuole ballare: clubbing al Todays con gli Overmono