For Melancholy Brunettes (& Sad Women), quarto album della band capitanata da Michelle Zauner, è contemporaneamente un ritorno alle origini e una nuova forma della sua leader. Impegnata, questa volta, a riflettere su sistemi universali più che biografici, attraverso un malinconico indie folk (semi)acustico.
La compostezza, il sapersi dosare e il proporre qualcosa per via di un ragionamento derivato da una necessità: queste caratteristiche emergono con chiarezza nella produzione artistica di Michelle Zauner, tanto come musicista quanto come scrittrice. Con i primi tre album della sua band, Japanese Breakfast, Zauner ha mostrato come sia possibile trattare il proprio dolore descrivendolo senza pietismo, utilizzando l’autobiografia come mezzo di catarsi e, perché no, di gioia. A partire dalla grande sofferenza della perdita prematura di un genitore, ha costruito un repertorio musicale che ha un gusto zuccherino, leggero e gioviale, ma mai frivolo o superficiale. Piuttosto, ha saputo raccontare in modo intimo e sincero la storia di una giovane donna che usa la felicità come strumento per esorcizzare la tristezza. Scrive, suona e legge per andare oltre le cicatrici che ha imparato a coprire con l’arte: che sia la sua o quella di altri, come dimostrano i numerosi tatuaggi che decorano il suo corpo, segni tangibili di un percorso interiore e creativo.
Rispetto al diario intimo dei lavori precedenti, il quarto album di Japanese Breakfast prende una direzione diversa, pur rimanendo in sintonia con il passato. For Melancholy Brunettes (& Sad Women) amplia la prospettiva della musica di Zauner, spostandola su un piano più universale. I temi affrontati nel disco sono più trasversali e di ampia portata, piuttosto che radicati nelle esperienze personali dell’autrice. Un esempio evidente di questo approccio è la forte impronta letteraria dell’album, sia a livello lirico che concettuale. I testi delle canzoni risentono profondamente delle letture dell’artista, che le utilizza come base per esplorare temi ricorrenti quali fama, malinconia e senso di appartenenza. Queste riflessioni non restano confinate all’individuo, ma si estendono fino a diventare collettive, offrendo un punto di vista che attraversa e trascende il personale. Il risultato è una narrazione che, pur mantenendo una forte impronta autoriale, riesce a farsi universale. Come lei stessa ha dichiarato in un’intervista, commentando il titolo del lavoro e il processo creativo alle sue spalle:
«Stavo leggendo un libro di racconti intitolato The World of Apples di John Cheever, e in quel libro c’è un racconto su un uomo infelice nel suo matrimonio che fantastica sulle diverse donne con cui vorrebbe andare a letto: alcune sono brune malinconiche, altre donne tristi. Ho trovato questa combinazione di parole piuttosto divertente, l’ho memorizzata e alla fine l’ho usata nella canzone Orlando In Love. Mi sembrava in qualche modo romantica e ironica, e conteneva la parola malinconia nel titolo, che credo sia davvero il filo conduttore tematico dell’album. Mi piacciono i titoli un po’ fastidiosi e divisivi»
La componente sonora di For Melancholy Brunettes riflette questa stessa sospensione tra il conosciuto e l’inedito. Il dream pop caratteristico di Japanese Breakfast lascia spazio a un folk acustico minimalista, che si mescola con un’anima indie rock più vicina ai primi lavori della band. Il contrasto tra la musicalità intima – in cui la voce di Michelle Zauner si accompagna ad arrangiamenti prevalentemente acustici – e la portata universale dei testi è il punto in cui il disco trova la sua massima espressione. Questa dualità si traduce in un’esperienza d’ascolto intensa e coinvolgente, in cui ogni elemento è calibrato con precisione.
Un altro aspetto che contribuisce all’impatto emotivo del disco è la sua brevità. In poco più di mezz’ora, Zauner e la sua band condensano momenti di grande delicatezza ed emozione, alternando ballate leggere come Little Girl a pezzi di più ampio respiro come Orlando in Love. Tra le tracce più sorprendenti spicca Men In Bars, una canzone country che vede la partecipazione straordinaria di Jeff Bridgers. La scelta di mantenere un formato compatto permette di valorizzare ogni singolo brano, evitando ridondanze e lasciando spazio a un ascolto che si fa quasi meditativo.
For Melancholy Brunettes segna dunque una tappa importante nella maturazione artistica di Japanese Breakfast. Se nei lavori precedenti Michelle Zauner aveva già dimostrato la sua capacità di dosare con intelligenza emozioni e sonorità, qui questa attitudine si manifesta con ancora maggiore consapevolezza. L’album non è solo il frutto di un processo di crescita personale, ma anche il risultato di un’evoluzione stilistica che conferma la band come una delle realtà più interessanti della scena indie contemporanea. In un panorama musicale in cui tutto sembra essere orientato al rumore e alla sovrabbondanza di contenuti, For Melancholy Brunettes si impone con la sua compostezza come un’opera necessaria. In un’epoca in cui l’attenzione del pubblico è sempre più frammentata e dominata da ritmi frenetici, Zauner ci invita a rallentare, a prendere fiato e ad ascoltare. La sua musica non cerca di sopraffare, ma di accompagnare, offrendo un rifugio in cui malinconia e bellezza convivono in perfetto equilibrio.