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Un atipico giovedì sera con il Rock ‘n’ Roll di Gianluca Grignani

Grignani porta nel suo tour il giusto revival tra hit, giacche in pelle e assoli anni 70, nella tappa torinese del tour “Residui di Rock ‘n’ Roll”


Il rocker milanese sbarca a Torino nella location non convenzionale del Milk. In un giovedì sera atipico, Gianluca Grignani porta il suo “Residui di Rock’n’Roll Tour” nella capitale sabauda tra revival di hit fatte alla vecchia: ampli saturi, strobo e giacche in pelle anni 70.

L’inizio è dirompente, Gianluca sale sul palco pronto per ricomporre il puzzle che da anni racconta la sua carriera fatta di rock e frammenti di pop, segni distintivi delle sue canzoni. La voce c’è ed è tanta, potente e ricca di emozioni. Rock Show apre le danze e, poco dopo, Falco a Metà comunica al pubblico che è ora di armarsi di telefono e di imprimere qualche nuovo ricordo.

Il Milk è perfetto nel fornire la cornice a questo show, forse anche troppo. Diversi sono i rimandi agli anni 90, che aiutano a immergersi in un immaginario CD Rom che gira e rievoca sensazioni passate, facendo dimenticare quanto rifiniti e gourmet siano spesso diventati gli show luci di oggi.

Quando Gianluca abbraccia la sua chitarra acustica, la band si fa da parte: La Canzone viene raccontata, cantata da tutto il pubblico. Eppure, è proprio la canzone a mancare, quasi del tutto assente sul palco. La complicità tra i musicisti è poca, l’esecuzione timida e la chiusura di ogni brano spinge a pensare che l’improvviso cambio di musicisti avvenuto a inizio tour non abbia permesso alla band di provare in modo adeguato tutto il repertorio.

Cammina nel Sole si apre con tutta la sala che canta e si chiude in un potente assolo della chitarra di Gianluca, che lo accompagna fino all’uscita di scena, colmata dalle improvvisazioni della band fino al suo ritorno su palco. Il protagonista della serata torna ad abbracciare la sua chitarra, per affrontare i classici del suo repertorio.

Giusto il tempo di accogliere gli applausi per il suo rientro, ed ecco che riparte con la Fabbrica di Plastica, forse uno tra i suoi brani più incompresi, responsabile del drastico cambio di rotta intrapreso dopo il primo album.

Le vibes procedono con Destinazione Paradiso che, magistralmente cantata e interpretata, racconta ancora una volta la sua potente storia. I musicisti che lo accompagnano mantengono una solida base musicale per il loro “Joker”, ma con non poca fatica.

E il momento dei saluti, affrontati un po’ alla buona tra nomi dimenticati e qualche imprecazione al tecnico che seguiva il gobbo, a dimostrazione che il rapporto tra i musicisti è ancora di freschissimo inizio. Il suo spirito Rock’n’ Roll, del resto, è vivo ed è anche questo: incurante tanto del giudizio del pubblico quanto di quello della propria crew.

Il concerto si avvia verso la conclusione con due grandi classici, La Mia Storia Tra Le Dita e L’aiuola, in quello che sembra quasi un mash-up tra le due canzoni. Lanci di caramelle da parte del suo entourage aggiungono qualche nota dolce a un live dal sapore amaro.

Gianluca è frenetico, si muove su tutto il palco e lancia l’ennesima bottiglietta al pubblico, che si sbraccia per ricevere l’ambito cimelio. Il tempo di qualche gag con il batterista e si rifugia nel backstage, dal quale purtroppo questa volta non farà ritorno.

La band conclude il brano e la serata finisce così, quasi come se fossero in sala prove. Vane le urla compulsive del pubblico a inneggiare il nome di Gianluca: il concerto è già finito, dopo appena 75 minuti. Giù il sipario, tra qualche giorno si riparte: pronti ai prossimi “Residui di Rock’n’Roll”.

 

in collaborazione con Gabriele Ferrara

Andrea Bovo

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