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MANTISTECH VOL.3: La metamorfosi continua di Mantis

Dalla cassa dritta della techno all’energia del punk, Mantis continua a mutare la sua forma


Pseudonimo di Mirko Filoramo, Mantis è un artista con base a Milano appartenente a Nuova Europa, un collettivo di artisti tra autori e producers. Da sempre collabora con Buio, riconoscibile produttore della scena indipendente con il quale, tra il 2021 e il 2022, pubblica MANTISTECH volume 1 e 2, i primi EP. Il 3 maggio, dopo due anni di gestazione, vede la luce il terzo volume, a chiudere così la trilogia.

Se nei lavori precedenti a prevalere è l’estetica raver, MANTISTECH VOL.3 rappresenta a pieno l’evoluzione artistica di Mantis: le sonorità elettroniche sono sempre presenti ma, questa volta, lasciano spazio a un progetto molto più personale, in un crescendo di intensità traccia dopo traccia. Pensato e scritto come un concept album, il disco si snoda partendo dal concetto di una metamorfosi kafkiana rivisitata, concepita come infinita e continua: i propri errori e difetti non spariscono, ma si cresce e si evolve costantemente senza mai arrivare a una forma finale.

È proprio con questa immagine che ci accoglie Ions, il primo singolo in cui Mantis si chiude in un bozzolo, citando le sue stesse parole, mostrando sin da subito le sue fragilità. A seguire, Cristallide, Spleen! e Tossico sono tracce quasi drum and bass, perfette per il pogo e, allo stesso tempo, per parlare di temi importanti: dalle relazioni alle dipendenze. La seconda metà del disco lascia poi spazio ad ambientazioni più intime, con sonorità più morbide per via delle chitarre e dei synth rallentati. Ne è un esempio Sweet Mana, in cui ritorna il tema dell’amore con le sue ferite difficili da rimarginare.

Il mood torna a farsi più graffiante con Serpentino e Zanne, tra techno, hard trap e hyperpop, per poi sprofondare nuovamente nell’intimità dell’autore con Neon: una ballad malinconica e più melodica. Sullo stesso livello d’intensità si colloca Bejelith, tornando al tema della metamorfosi intesa come accettazione: normalizzare le proprie imperfezioni con la consapevolezza che non si possono eliminare dall’oggi al domani, semmai modificare giorno dopo giorno. Giunti alla decima traccia, entra Culla d’Oro, nostalgica e profonda: con lei il disco si chiude, trasportandoci in un immaginario intimo grazie a testi ipnotici e personali.

MANTISTECH VOL.3 è la ben riuscita chiusura di un cerchio, una grande crescita per Mantis che, oltre a realizzare ottimi dischi per ballare, ha saputo esprimere un’urgenza artistica e una grande audacia, mostrandosi anche e soprattutto nelle sue debolezze.

Veronica Vair

Con le cuffie ingarbugliate nelle tasche.

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