Attraverso il brano Cornerstone, Alex Turner descrive molto bene quei sentimenti di ossessione, smarrimento e distacco dalla realtà tipici di un amore totalizzante, che sfiora i tratti della dipendenza affettiva
Facciamo un salto nel 2009, quando Alex Turner era ancora un giovane ragazzo dal cuore spezzato e i capelli lunghi e arruffati, ben lontano dall’immagine di sex symbol mondiale che gli è stata cucita addosso al giorno d’oggi. Un salto nel tempo fondamentale per poter parlare della mia canzone preferita degli Arctic Monkeys: Cornerstone.
Cornerstone è la traccia numero sette di Humbug, terzo album in studio della band che ci fa già intuire la sua natura camaleontica. Infatti, si discosta dai primi due dischi per le sonorità più melodiche e malinconiche – la loro capacità nel cambiare radicalmente forma e contenuti emergerà successivamente, in maniera evidente, col passaggio da AM a Tranquility Base Hotel & Casino –, sebbene permangano ancora dei frammenti degli album precedenti, come nei brani Crying Lightning, Dangerous Animals o Pretty Visitors. Ma non perdiamoci in divagazioni.
In questo brano Alex Turner racconta, in prima persona, la storia di un ragazzo che vaga di pub in pub alla ricerca della sua amata. Pensando di scorgerla nei volti di ogni ragazza che incontra, chiede a ognuna, nel corso della sua ricerca, se può chiamarla col nome di lei. Tutte gli rispondono di no, con un unica eccezione: l’ultima ragazza, che si scoprirà essere la sorella dell’amata. Il titolo, Cornerstone, è molto significativo poiché si tratta di un luogo fisico: è il nome dell’ultimo pub, quello in cui Alex, alla fine della storia, incontra la sorella dell’amata – «I saw your sister in the Cornerstone on the phone to the middle man» –. La parola cornerstone, però, in inglese significa anche – in senso figurato – pilastro o caposaldo, quasi a voler sottolineare quanto questa ragazza sia fondamentale per il protagonista: un punto di riferimento senza il quale Alex si sente perso, costretto a vagare per i locali della città nella speranza di rivederla.
La canzone, molto malinconica, ci fa intuire ci sia stata una rottura tra i due personaggi e che il protagonista, non riuscendo ad accettarlo – in un verso spiega che, nel suo tragitto verso casa, ha allungato la strada solo per rimanere più tempo in macchina e sentire l’odore di lei, che impregna ancora la cintura di sicurezza dal lato del passeggero –, continui a cercarla in ogni dove, nella speranza di colmare il vuoto che si porta dentro. Molto toccante e significativo, in questo senso, il verso «And I’ve asked everyone and I’m beggining to think I imagined you all along»: la disperazione è tale da portare il narratore a dubitare che la sua amata sia mai realmente esistita.
Il testo di Cornerstone racconta una storia che si muove lungo due binari, quello dell’amore e quello della dipendenza affettiva. L’amore diventa dipendenza nel momento in cui la relazione con l’altro si costruisce a partire non tanto da un desiderio, quanto piuttosto da un bisogno. Nel testo, infatti, Alex ricerca in maniera ossessiva l’oggetto del suo amore perduto, ritrovandosi persino a proiettare nelle persone che incontra il ruolo di possibili sostituti – infatti non è mai realmente interessato a loro –, ingannando prima di tutto sé stesso. Il culmine di questo bisogno si avverte con l’introduzione, nell’intreccio narrativo, della sorella della co-protagonista – «she was close, well you couldn’t get much closer» –, che rappresenta un sostituto perfetto per il suo amore perduto. Ciò che il protagonista sperimenta nel brano, dunque, è una vera e propria ossessione per l’amata, accompagnata dall’incapacità di elaborare il lutto di una relazione ormai conclusa.
L’essere umano è un animale sociale. Infatti, non solo è incline a sviluppare delle dipendenze a livello relazione ma è proprio necessario che esse si sviluppino, per permettergli di sopravvivere, crescere, evolversi e realizzarsi. Per questo motivo, vale la pena distinguere la dipendenza sana – caratterizzata dall’instaurarsi di diversi legami significativi per l’individuo – da quella patologica, fondata invece sul legame con un unico individuo, attorno al quale ruota l’intera vita del soggetto dipendente. Di conseguenza, egli tenderà a sviluppare un’ossessione e una sensazione di smarrimento del tutto totalizzanti, qualora questo legame dovesse venire a mancare.
Alex Turner, nel brano, descrive molto bene questi sentimenti: l’ossessione, l’incapacità di elaborare il lutto, il distacco dalla realtà, le strategie compensatorie. Canta di un amore totalizzante, feroce e disperato, capace di trascinare in quel vortice di malinconia e fragilità in cui tutti, almeno una volta, ci siamo ritrovati.