Claver Gold ci ha regalato uno spettacolo in cui il protagonista non è stato lui, ma la scena rap underground nel senso più ampio. Con i suoi ospiti sul palco, ci ha ricordato che l’old school esiste ancora ed è più forte che mai
Ieri sera, sul palco dell’Hiroshima Mon Amour di Torino, si è esibito Claver Gold, rapper marchigiano famoso per il suo stile di scrittura riflessivo, le basi old school e le collaborazioni con vari capisaldi della scena rap, tra i quali Rancore, Murubutu, Fabri Fibra e Ghemon. L’artista ha presentato il suo nuovo album, Questo non è un cane/Domo, uscito il 5 aprile e pronto per essere portato in tour.
L’atmosfera che si respirava era elettrica e al tempo stesso intima, con una schiera di fan storici e fedeli tutti ammassati sulle transenne, quasi a volerle scavalcare per stare il più vicino possibile all’artista. Il concerto ha visto la partecipazione di diversi ospiti – Dutch Nazari, Ugo Crepa, Kenzie –, tutti rapper della scena underground provenienti da diverse parti d’Italia, dal Lazio al Veneto. Ognuno di loro si è prima esibito con Claver, poi da solo, presentando un proprio brano inedito. Ma le sorprese non si sono fermate qui. A fine concerto, infatti, il rapper marchigiano ha richiamato i suoi ospiti sul palco – e anche qualche persona dal pubblico – per concludere l’esibizione con una gara di freestyle, mettendo così alla prova le rispettive doti d’improvvisazione.
Claver Gold ha lasciato spazio a tutti, trasformando il suo concerto in un evento rap più ampio. La vera protagonista è stata la scena underground, fatta d’improvvisazione, introspezione e giochi di barre, d’intrecci e di parole; il tutto, sapientemente unito dal talento di artisti validi, che tengono ancora alto l’onore di questo genere musicale.