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I Justice sono tornati: l’electro-disco di Hyperdrama

Dopo otto anni i Justice ritornano con un album che riconferma il duo come uno dei capisaldi della musica dance contemporanea, senza però abbandonare le sonorità vintage. Il nuovo lavoro si distingue anche per le importanti collaborazioni, una tra tutte quella con Kevin Parker dei Tame Impala


I Justice sono tornati e l’hanno fatto in grande stile. Il nuovo album del duo francese elettronico, formato da Gaspard Augé e Xavier de Rosnay, si chiama Hyperdrama ed è uscito il 26 aprile, a otto anni dal loro ultimo lavoro Woman. Per intenderci, i Justice sono quelli che hanno scalato le classifiche nel 2007 con D.A.N.C.E, uno dei loro brani più famosi di sempre e ancora oggi tra i più ascoltati – vanta la terza posizione nei loro ascolti su spotify –, nonostante siano passati diciassette anni.

È passato un po’ di tempo, ma il tratto distintivo, a livello di immagine, non è cambiato: la famosa croce che spicca sempre al centro delle loro copertine semplici e austere è rimasta la stessa, solo con delle grafiche diverse, che col passare degli anni si fanno sempre più complesse. La croce di questa nuova cover, su sfondo nero, sembra fatta di vetro; al suo interno si può scorgere la presenza di alcune ossa e di organi interni, tra cui riconosciamo subito una cassa toracica, una spina dorsale e un cervello. Il tutto è estremamente ipnotico, come i brani che vanno a comporre l’album.

All’interno di questo lavoro ci sono diverse collaborazioni – RIMON, The Flints, Connan, Mockasin, Miguel, Thundercat –, ma quella che spicca, fra tutti, è sicuramente il featuring con Kevin Parker dei Tame Impala, presente in ben due brani dell’album, Neverender e One Night/All Nightil primo si trova in apertura del disco, mentre il secondo è stato scelto come singolo anticipatorio. Insomma, due canzoni che hanno sicuramente un peso importante nel progetto e la voce calda di Kevin Parker si incastra alla perfezione con le sonorità electro-disco dei Justice.

Le basi hanno una spiccata vena anni ’80 e sono accompagnate da synth ariosi e linee di basso molto incalzanti, ma la caratteristica che salta di più all’orecchio in questo lavoro è l’uso della compressione in side chain, che dà ai suoni quell’effetto di rimbalzo tipico della musica dance contemporanea.

Questo è un album da ascoltare con attenzione dall’inizio alla fine, perché è strutturato come una curva che cresce fino a raggiungere il picco dance con Mannequin Love, per poi iniziare la sua discesa con Moonlight Rendez-vous, dalle sonorità più oniriche e sognanti che ci accompagnano verso la fine dell’ascolto. Una struttura molto interessante e ben bilanciata, che cattura l’attenzione e mantiene alto l’ascolto attivo e la voglia di muoversi e ballare.

I Justice sono sicuramente tra i nomi più importanti della scena dance mondiale, anche grazie alla loro capacità di reinventarsi costantemente e prendere spunto da diverse nicchie, come il prog, il metal o la new wave. Grazie a questa attitudine, riescono sempre a tirare fuori dal cilindro un prodotto originale che non annoia e che a ogni ascolto lascia scoprire nuovi dettagli. Questo album ne è l’ennesima prova.

Carlotta Anguilano

Faccio foto ai concerti e sono una psicologa. In macchina la musica la scelgo io e, quasi sempre, si tratta degli Oasis e di tutta la scuola brit.

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