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La festa non finisce mai: tappa torinese per il nuovo album di Cosmo

Cosmo celebra la libertà dei corpi e la riappropriazione del nostro tempo. Niente fotocamere accese durante la seconda data del tour di presentazione del suo quinto album, “Sulle ali del cavallo bianco”, alle OGR di Torino


Aggregazione, ballo e corpo. Sono queste le parole chiave che descrivono in modo molto sintetico che cosa è stato per me il concerto di Cosmo alla OGR. Il 2 aprile l’artista di Ivrea ha portato a Torino il suo nuovo album – il quinto –, Sulle ali del cavallo bianco, uscito il 15 marzo. In effetti, appena entrati nella Sala Fucine, la prima cosa che colpisce l’attenzione è la scultura di un enorme testa di cavallo bianco con le ali posta dietro al palco.

La data torinese è sold out ed è la seconda del tour, partito da Firenze lo scorso 30 marzo e che lo vedrà impegnato a suonare in tutt’Italia fino alla fine di Aprile. Tornerà di nuovo in Piemonte a giugno, durante Apolide, che quest’anno si terrà proprio a Ivrea .

Nei giorni scorsi, su alcune testate online sono usciti diversi articoli relativi al fatto che durante le prove generali Cosmo abbia fatto applicare sulle fotocamere degli smartphone dei bollini così da evitare di fare foto e video. In parte per evitare di rovinare la sorpresa a chi avrebbe assistito al concerto durante una delle date successive ma, soprattutto, per permettere agli spettatori di godersi appieno l’esperienza, di vivere il momento, di ballare e divertirsi senza rincorrere notifiche ed e-mail. L’esperimento è stato così soddisfacente da convincere Cosmo a replicare questa formula durante tutte le date del tour.  Non mi risulta che durante il concerto a Torino siano stati effettivamente applicati dei bollini sulle camere all’ingresso ma, effettivamente, dall’inizio alla fine del live non si sono visti quasi mai i soliti smartphone levati in aria, per riprendere spezzoni dell’esibizione. È una situazione nuova a cui, anche solo visivamente, non è immediato fare l’abitudine.

La scaletta del concerto si apre con il primo pezzo dell’ultimo disco, Come un angelo, seguito da Gira che ti gira, Ho un’idea e Talponia. Non mancano pezzi più conosciuti e amati del suo repertorio, quelli che fanno cantare a squarciagola il pubblico, come Quando ho incontrato te, La mia città, L’ultima festa, Le voci e Le cose più rare, un brano delicatissimo del 2013 che affronta il tema della morte. Il ritmo è incalzante e molti degli arrangiamenti sono inediti, in linea con la filosofia dell’artista per cui ogni performance debba essere diversa dalle precedenti, arricchita da nuove prospettive e esplorazioni musicali. Il pubblico continua a ballare, chi per contro proprio e chi in gruppo ma tutti sono presenti. Anche quando i bpm raddoppiano e la musica diventa pressante, sembra di assistere a una danza tribale di cui tutti fanno a parte, collettivamente.

Nella prima parte del concerto Cosmo condivide il palco con Pan Dan, un’artista legata al collettivo Ivreatronic. I due cantano insieme, dialogano sul palco e si lanciano in un’esilarante performance di Tristan Zarra, con Pan Dan vestita da poliziotta che scende dal palco e regala pezzi di pizza presi direttamente dai cartoni alle prime file in transenna. Il tutto, sotto le luci che replicano le tonalità del Tricolore.

Lo show di luci meriterebbe una recensione a parte: uno spettacolo di altissimo livello. La scelta dei colori e degli effetti ottici combinati perfettamente con il ritmo battente della cassa, hanno creato un mix esplosivo difficile da descrivere a parole.

Il momento in cui questo connubio tra suono e colore si è fatto più intenso è stato durante la performance de LAbbraccio, altro brano del nuovo disco. Cosmo ha imbracciato la chitarra e, sotto una luce rossa infuocata, ha iniziato il pezzo. Una volta arrivato al ritornello, le luci sul palco si sono dissolte in un arcobaleno che ha riempito tutti i soffitti della Sala Fucine.

Dedicare le due ore del live solo alla musica senza interruzioni, scorgendo tutto intorno altre persone intente a farlo, è strano e bellissimo allo stesso tempo. Divertirci e lasciarci andare alla musica, senza preoccuparci di aggiornare lo stato dei nostri profili social, è stato liberatorio. Continuiamo a ballare, anche se nessuno ci guarda. Soprattutto, se nessuno ci guarda.

foto di Elisabetta Ghignone 

Federica Pantini

Ho sempre gli occhi davanti al pc. Quando non sto navigando tra tabelle excel e flussi di email, leggo, scrivo e ascolto, niente di spirituale. Se la mia vita fosse un film, sarei la linea comica di cui non se ne coglie la necessità.

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