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Dente all’Hiroshima: un viaggio emozionale tra malinconia e “gioia posticcia”

A Torino piace Dente e Dente piace a Torino. In un’unica data sold out la celebrazione – in occasione di San Valentino – del disco “L’amore non è bello”, a quindici anni dalla sua prima uscita


In occasione della ristampa del disco L’amore non è bello in doppio vinile, Dente ha deliziato i suoi fan con un mini tour durante la settimana di San Valentino e quella successiva, eseguendo tutti i brani del disco oltre ad alcuni successi e pezzi tratti dal suo ultimo album, Hotel souvenir, uscito ad aprile 2023.

Una scelta particolare quella di celebrare così il più acclamato dei suoi lavori, che parla d’amore ma mai in modo melenso, bensì cinico, disilluso e spesso amaro. L’amore non è bello? L’amore è sfaccettato, come lo sono tutte le cose più complesse della vita. Spesso delude, spaventa e fa soffrire ma allo stesso tempo può essere sorprendente e svelare il meglio di noi, anche a noi stessi. Dente ce lo ricorda proprio ora che ci siamo appena lasciati alle spalle la festa degli innamorati. Una lezione di vita dai toni ironici, che da sempre caratterizzano sia la sua produzione artistica, sia il suo atteggiamento sul palco.

La data torinese all’Hiroshima Mon Amour è sold out. Il primo elemento interessante è notare la varietà di persone presenti in sala: ci sono coppie di tutte le età, gruppi di amici, madri emozionate che accompagnano le proprie figlie e ne approfittano per immortalare un momento di svago familiare cantando insieme le parole di Voce Piccolina. Una testimonianza, questa, del fatto che la musica del cantautore emiliano, in più di quindici anni di carriera, ha saputo intercettare e farsi apprezzare da generazioni diverse e questo di per sé è già un successo.

I pezzi di L’amore non è bello scorrono uno dopo l’altro, con Dente che improvvisa balletti e dialoga con il pubblico tra un brano e l’altro. Il concerto si apre con La presunta santità di Irene e a seguire Incubo, A me piace lei, Voce piccolina,  Parlando di lei a te a lei. Il pubblico è super partecipe, c’è chi canta abbracciandosi, chi canta da solo, chi si avventura in un limone, chi ha gli occhi lucidi. Le storie di ognuno si mescolano nella stanza e per un momento ci sentiamo tutti capiti, tutti al posto giusto. Tant’è che, quando Dente annuncia l’ultimo brano del disco – Solo andata –, qualcuno tra la folla grida un “NO” disperato.

La seconda parte del concerto inizia dopo un breve intervallo, comprensivo di cambio d’abito, in cui una squisita voce registrata ci invita a condividere i nostri video sui social per dimostrare a chi guarderà le nostre stories quanto ce la stiamo spassando e che – cosa più importante – abbiamo ancora una vita. Molti ridacchiano ma con lo smartphone alla mano continuano diligentemente ad alimentare questa illusione.

Il repertorio della seconda parte è una montagna russa di emozioni, si passa dalla struggente Adieu alla gioia posticcia – così l’ha definita lui stesso – di Discoteca Solitudine, fino alla malinconia profonda di La vita fino a qui e Sogno. C’è almeno un pezzo che parla di noi o che parla a noi, che ci ricorda un amore finito o mai vissuto davvero; oppure, nella peggiore delle ipotesi, un amore idealizzato e quindi perfetto.

In conclusione, il live di Dente è stato un viaggio intenso nella complessità dei sentimenti umani, arricchito dalla magia della sua musica e dalla sua capacità di toccare il cuore di chiunque abbia deciso di ascoltarlo. Una menzione speciale va alla band, la cui musica ha contribuito moltissimo alla buona riuscita di questo viaggio emozionale.

Un concerto da ricordare, che conferma Dente come uno dei talenti più autentici e amati della scena musicale indipendente italiana. 

 

foto di Martina Caratozzolo

Federica Pantini

Ho sempre gli occhi davanti al pc. Quando non sto navigando tra tabelle excel e flussi di email, leggo, scrivo e ascolto, niente di spirituale. Se la mia vita fosse un film, sarei la linea comica di cui non se ne coglie la necessità.

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