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Asp 126, il gentleman della Lovegang che fa ballare Largo Venue

Asp 126 conquista il Largo Venue con il live di Junkie, mostrando un’evoluzione artistica e stilistica sorprendente. Tra ospiti speciali, momenti di puro delirio e un pubblico in visibilio, il concerto si trasforma in una celebrazione della Lovegang. Una serata intensa, vera e indimenticabile


Luciano Nardoni, in arte Asp, membro della Lovegang126 –, ieri ha portato sul palco di Largo Venue un live esplosivo con il suo mix di rap e funky. Il collettivo romano, nato nel 2008, comprende anche Franco, Ugo Borghetti, Ketama, Pretty Solero e Drone ed è diventato un punto di riferimento della scena musicale capitolina.

L’atmosfera era elettrica già un’ora prima dell’inizio del concerto, con il pubblico impaziente e pronto a cantare ogni singola parola.
Asp si è presentato in una veste completamente nuova, abbandonando il look più street a favore di un’eleganza anni ‘70: jeans, camicia, giacca e scarpe con fibbia, un vero gentleman. Il merito di questo cambio di stile? Beatrice Chima, storica collaboratrice del collettivo, che ha saputo dare un tocco di classe senza snaturare la sua identità. E il risultato è stato sorprendente, Asp ha letteralmente brillato sul palco.

L’opening non poteva che essere Ovvio, primo singolo estratto dal disco Junkie. Fin dalle prime note, il pubblico – un mix di giovanissimi tra i 15 e i 25 anni, ma anche veterani della scena – è esploso, cantando ogni parola a squarciagola. Ma ciò che ha colpito di più è stata la presenza scenica di Asp: negli anni è cresciuto, ha affinato la sua performance, e ora domina il palco con la sicurezza di un divo. Il suo modo di muoversi è magnetico, tra il carisma da rocker e la teatralità da cabarettista, un contrasto che lo rende irresistibile.

A fine traccia, il primo siparietto: Asp saluta il pubblico con una citazione da The Blues Brothers, «Grazie, polizia dell’Illinois», in riferimento alla scena in cui i protagonisti, alla guida di un auto della polizia, si sbarazzano di un gruppo di nazisti. Un chiaro messaggio che non ha bisogno di spiegazioni.

Poi è il turno di Ugo Borghetti, accolto da un’ovazione pronto per eseguire la traccia Morto in foce. Il pubblico risponde con la stessa energia, dimostrando ancora una volta quanto sia radicato l’amore per ogni membro della Lovegang. Asp torna sul palco e insieme a Ugo ripropongono alcune tracce storiche che infiammano ancora di più l’atmosfera.

Il live continua con un altro ospite d’eccezione, Franco 126. L’ingresso sul palco è un’ulteriore scarica di adrenalina e i tre insieme regalano momenti memorabili, spaziando tra brani storici come Fattaccio brutto e Lungotevere fino al recente Divisi, altro singolo dell’album. Franco si conferma la colonna portante del gruppo, una presenza solida che fa da punto di riferimento per i suoi compagni, mantenendo sempre alta la concentrazione.

Ma tra una performance impeccabile e l’energia della serata, c’è anche spazio per un momento spontaneo, Asp sbaglia alcuni attacchi, ma il pubblico non solo lo perdona, lo esalta. Quello che potrebbe sembrare un errore diventa parte dello show, quasi un momento di affetto tra lui e i suoi fan.

Rimasto solo sul palco, Asp continua il live con altre tracce di Junkie, ballando e muovendosi in modo ipnotico, facendo vibrare ogni angolo di Largo Venue. Il pubblico è completamente rapito e, come da tradizione nei concerti di vere e proprie rockstar, arriva persino un – meritatissimo – reggiseno lanciato sul palco.

Il gran finale è una festa, sul palco tornano tutti e, con l’aggiunta di Ketama 126, chiudono il concerto con Classico. Il locale esplode sulle note di «LALALALALALA SIAMO DELLA STRADA ED È UN CLASSICO», con il pubblico che esaurisce ogni briciolo di voce rimasta.

Asp 126 ha dimostrato di essere cresciuto non solo artisticamente, ma anche come performer. Il suo live è stato potente, coinvolgente e sincero, proprio come lui. Seguirlo dagli esordi e vederlo arrivare a questo livello è un’emozione unica.

Ma non è solo Asp a rendere questi eventi così speciali: la Lovegang è una famiglia e ogni volta che i suoi membri si ritrovano sul palco insieme creano qualcosa di irripetibile. Per chi è cresciuto con la loro musica, questi live non sono solo concerti, sono raduni di una comunità che si riconosce nei loro testi, nelle loro storie, nel loro modo di essere veri.

Ieri sera Roma ha cantato, ballato, sudato e vissuto un pezzo di storia della Lovegang. E se questa è solo la seconda data del tour di Junkie, non possiamo che aspettarci altre serate leggendarie.

 

foto di Cecilia Maiolino

Ludovica Monte

Anche detta Fragola Brutale, classe 1996, romana fino al midollo. Sul comodino ho il Manifesto Anarchico da leggere come favola della buona notte e nel portafoglio un santino di GG Allin. Amo andare ai concerti, stare ore in libreria, scrivere ed essere polemica. Il mio film preferito è La Haine.

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