Siamo stati a Milano – in una di quelle giornate dove non capisci se devi metterti la giacca, i pantaloni corti o tutti e due insieme – per fare due chiacchere con Martin. Con lui abbiamo parlato di D.I.Y e di Via Gola, di militanza e controcultura nella città emblema dell’Italia “in vetrina”
Abbiamo parlato con Martin, storico writer, compagno, skinhead mancato e polemizzatore seriale, protagonista in quella “Milano di sotto” che resiste ancora al nulla che avanza. Il tempo a disposizione era poco ma sufficiente a farci raccontare l’idea alla base delle 5 giornate DIY di Via Gola e dell’iniziativa che ha permesso di riunire insieme, nel nome della musica, le diverse frange dei compagni attivisti di Milano.
Prima di tutto, Martin ha sentito la necessità di raccontarci Milano e le sue contraddizioni: dalla fashion week alla repressione della polizia, dalle vie dello spaccio al lavoro sociale, fino ad arrivare alle occupazioni degli stabili per dare un tetto a chi non può permettersi un alloggio, in una metropoli che è sempre più costosa.
Il nostro viaggio, cominciato in un bar di Piazza Rogoredo, si è concluso davanti a un murales che raffigura il volto di Dax, Davide Cesare, che il 16 marzo del 2003 è stato accoltellato in Via Brioschi da un manipolo di fascisti.
In Via Gola, all’insegna del ricordo e della lotta sociale, ogni anno si organizza Disgusto e Strafottenza, un evento musicale pensato per dare spazio a tutti e permettere loro di comunicare, attraverso la musica, la rabbia e le necessità di una società che soffre e che ha bisogno di farsi sentire il più forte possibile.