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World of Strangers: il viaggio sonoro di Heroes Festival tra identità, suoni e territori

Dal 7 al 22 maggio torna Heroes Festival, la rassegna musicale diffusa che attraversa l’Italia intrecciando arte, sostenibilità e impegno sociale. Tappe in cinque città, da Milano a Roma passando per Torino, dove Cascina Falchera ospiterà tre giorni di concerti e performance all’insegna dell’inclusione e della sperimentazione sonora


Dal 7 al 22 maggio 2025 torna Heroes Festival, l’evento musicale organizzato da Music Innovation Hub in collaborazione con l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (AsviS) e con il supporto dell’UN SDG Action Campaign. Dal 2024 il Festival è anima musicale e amplificatore sonoro del Festival dello Sviluppo Sostenibile, evento organizzato dalle realtà che costituiscono AsviS, il cui obiettivo è sensibilizzare cittadini e cittadine, imprese e istituzioni sul tema della sostenibilità declinata in economica, sociale e ambientale. Questo obiettivo si costruisce a partire dall’intelaiatura dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), che diventano dunque la spina dorsale di un evento in grado di armonizzare musica, territorio e pubblico proponendo un menu ogni anno ricchissimo e sempre diverso.

Heroes, intitolato quest’anno World of Strangers, vuole rispondere a una domanda fondamentale: può la musica essere volano di cambiamento sociale? In un mondo in cui tutti siamo stranieri verso qualcun altro, verso un luogo e spesso anche verso noi stessi, perché non si possono semplicemente abbattere le barriere identitarie, nazionali e culturali e ritrovarsi in una lingua comune? Per Heroes Festival, questa lingua può essere la musica, che diventa quindi veicolo di cambiamento sociale e collante, in grado di unire e al tempo stesso valorizzare le molteplicità e le peculiarità.

Heroes nasce nel 2020 come risposta a un momento di crisi importante per la filiera della musica, quello innescato dalla pandemia di Covid-19, con l’intento di sostenere lavoratori e lavoratrici dello spettacolo in difficoltà. Il Festival ha adottato, quindi, fin da subito un taglio fortemente sociale e di advocacy; come dichiarato da Dino Lupelli – Direttore generale di Music Innovation Hub –, l’obiettivo del Festival era quello di ricondurre la musica al ruolo di fucina culturale atta a promuovere valori come inclusione, diversity e sostenibilità.

Anche quest’anno Heroes si sviluppa come evento diffuso, snodandosi su cinque diverse città e collaborando con realtà locali accuratamente selezionate sulla base dei criteri di sostenibilità che ispirano il Festival: si tratta infatti sempre di realtà attente al tema della rigenerazione urbana e del valore collettivo dei luoghi, che rappresentano un punto di riferimento culturale e sociale importante per la comunità locale. È il caso, quindi, di Largo Venue, che ospiterà la data romana e del BASE a Milano, Verdi Teatro a Genova, Casa della Musica Federico I a Napoli e Cascina Falchera a Torino, dove sono in programma ben tre date. I punti di connessione tra Heroes e queste venue sono tanti: basti pensare al fatto che Cascina Falchera è uno spazio educativo e di aggregazione che ha fatto di formazione, accoglienza e transizione ecologica il leit motiv della sua attività, finalizzata a promuovere comportamenti responsabili educando la comunità anche attraverso la condivisione di buone pratiche. Si tratta, dunque, di sedi che si sono rese disponibili a integrare e mettere in pratica nell’organizzazione degli eventi la filosofia di Heroes: ridurre al minimo l’utilizzo di plastica e gli sprechi di cibo, contenere il consumo di energia elettrica e favorire la creazione di uno spazio dove sia possibile fruire della musica in maniera sicura, accessibile e inclusiva.

La line-up di quest’anno è ricca e variegata: l’elemento che unisce artisti e artiste non è tanto un genere musicale comune, quanto il fatto di portare sul palco un ventaglio eterogeneo di storie in grado di parlare di diversità e soggettività invisibilizzate. On stage, ogni artista canta la sua storia e il suo background: il Festival si apre a Milano il 7 maggio con la voce potente di Martha Da’ro, artista belga di origini angolane che con il suo diaspop fonde elementi di R&B, electrosoul e blues contemporaneo; e con quella arraggiata di Lina Simons, rapper italo-nigeriana che porta nel suo flow travolgente, un po’ napoletano e un po’ inglese, temi come identità, intersezionalità e impoteramento femminile.

La data di Genova – venerdì 9 maggio – vede invece in apertura il soul morbido e delicato di Anna Bassy, seguito dal groove funky e hard-boiled dei Calibro 35, freschi di Torino Jazz Festival (con una performance che vi abbiamo raccontato qui). È però sicuramente la tappa torinese quella più ricca di eventi: Cascina Falchera ospiterà infatti tre date, la prima delle quali (15 maggio) si aprirà con un talk di Murubutu, Letteraturap, seguito da un live con Davide Ambrogio – artista calabrese che unisce elettronica e musica tradizionale grecanica – e da OSA 2.3 Reliving Occitania, una performance musicale originale in cui si fondono sonorità tradizionali occitane con sperimentazioni contemporanee, curata da Paolo Baldini, dal Duo Bottasso e da Matthias Loibner.

La valorizzazione in chiave contemporanea della musica tradizionale è un po’ il fil rouge che lega tutti gli appuntamenti torinesi: il 16 maggio vedrà infatti protagonista la cantante ivoriana di origini maliane Fatoumata Diawara, il cui stile musicale è ispirato al progetto di recupero della tradizione musicale wassoulou. Artista di calibro internazionale, Fatoumata canta in lingua bambara le sfide delle donne africane e la violenza del fondamentalismo religioso. Anche Chris Obehi, opening della serata, rielabora la matrice africana della sua arte in questo blend originale con la tradizione musicale siciliana, attraverso un tessuto musicale di afrobeat, reggae e pop – emozionante e dolorosa la sua cover di Cu ti lu dissi, bellissimo brano di Rosa Balistreri –.

Sold out annunciato invece per la data del 17 maggio, che vedrà sul palco l’artista portoghese Ana Lua Caiano – con il suo mix sperimentale e quasi mistico di elettronica, tradizione orale e strumentale portoghese – e La Niña, il cui album Furèsta sta riscontrando un ottimo successo di pubblico. In Furèsta emerge potente la ricerca filologica fatta dall’artista sulla tradizione musicale partenopea: attraverso tarantella, percussioni e pulsazioni elettroniche, La Niña propone un lavoro viscerale che parla di lotta, di emancipazione e di una rabbia quasi selvatica che fa tremare la terra.

Il viaggio del Festival prosegue poi a Napoli il 20 maggio con la band torinese degli Eugenio in Via di Gioia e il 22 maggio a Roma per una splendida chiusura con i C’mon Tigre, collettivo artistico che fonde world music, jazz e afrobeat, mettendo la musica in dialogo con l’elemento visivo, sempre integrato nelle loro performance.

La line-up di Heroes racconta quindi storie complesse, sottolineando come l’identità sia sempre frutto di mescolamenti, ibridazioni, stratificazioni e aperture, perché che la diversità moltiplica e pertanto va coltivata e valorizzata, con la partecipazione di tutti. È per questo che il festival ci invita a creare una comunità inclusiva e integrata nel territorio che la ospita: il pubblico, protagonista attivo, è chiamato a costruire una visione alternativa della fruizione musicale, dello spazio e dello stare assieme. We can be heroes, ogni giorno.

Chiara Correndo

CCCP, drum'n'bass e Ornella Vanoni. Made in Turin.

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