Il Pista Nera Club Tour per promuovere l’ultimo album dei Post Nebbia tocca anche Torino, facendo sold out all’Hiroshima Mon Amour e infiammando l’atmosfera in un tripudio di synth impazziti, al servizio di uno psych rock di altissimo livello
Dopo cinque date europee, tra Olanda, Belgio e Germania, è iniziato il tour in patria dei Post Nebbia, a due mesi dall’uscita del loro quarto album Pista Nera (che abbiamo recensito qui). E dopo Roma, Firenze e Milano, eccoli approdare a Torino. La band veneta sotto Dischi Sotterranei, capitanata da Carlo Corbellini, è ormai un culto nel panorama alternativo italiano: una macchina psichedelica, sostenuta da un pubblico appassionato. A poche ore dall’inizio del live, l’Hiroshima Mon Amour è sold out.
Con un leggero ritardo sulla tabella di marcia, ad aprire le danze è l’intimo set di Gaia Morelli (già presente sulle nostre pagine). All’artista torinese bastano infatti i dolci arpeggi della sua chitarra elettrica, la sua voce delicata – accompagnata da un’altra voce maschile e una chitarra acustica – e qualche brano del suo esordio La Natura Delle Cose per conquistare gradualmente, brano dopo brano, un pubblico che certamente non vede l’ora di ballare e pogare sugli effervescenti synth dei Post Nebbia.
Eccoli salire sul palco, Carlo Corbellini (voce e chitarra), Andrea Cadel (basso e synth), Giovanni Dodini (batteria) e Giulio Patarnello (tastiere e synth). La disposizione dei quattro musicisti è quanto di più democratico si possa vedere su un palco. Nessuno sovrasta l’altro, neanche Corbellini, che è un frontman silenzioso, ligio al suo dovere – come del resto gli altri tre membri della band –. Sul lato sinistro del palco esulta a pugni chiusi, scuotendo le braccia, scatenando la gioia dei presenti a ogni gesto. Ma è quando le sue mani imbracciano la chitarra e i suoi piedi entrano in contatto con la pedaliera che inizia la magia.
Quello dei Post Nebbia è un live chirurgico, dal setlist molto preciso: è il tour di promozione di Pista Nera, dunque si parte suonando tutto l’album dal primo all’ultimo brano, nell’ordine della tracklist, senza particolari pause. Ascoltandoli si ha la magnifica sensazione che si prova quando le canzoni, pur essendo perfettamente eseguite e perciò non così diverse da come suonano su disco, risultano comunque cariche di quell’energia che solo l’esibizione dal vivo può trasmettere. Un’energia che, inevitabilmente – e per fortuna –, dona al cuore e all’anima un godimento decisamente maggiore.
Una febbre benefica si diffonde tra la gente. Una febbre elettrica, generata da forsennati ma ben calibrati ritmi di batteria, che istigano al movimento di una qualunque parte del corpo. Intanto, le psichedelie ad opera di synth e tastiere sono una medicina per i corpi di un pubblico che non smette mai di ballare in poghi divertiti.
È quella dei Post Nebbia infatti una musica divertente da ascoltare e da sentire nella testa, nelle ossa, nel cuore. Da Piramide a Super sconto, da Lingotto a Municipio, è un continuo percepire la musica scorrere nelle vene, lasciandosi travolgere da un sound vorticoso e caleidoscopico. Ogni tanto, però, c’è anche spazio per qualche momento fuori programma. Corbellini chiede al pubblico un fazzoletto per soffiarsi il naso. Immediatamente gli vengono lanciati sul palco uno, due, tre pacchetti, da tre diverse direzioni, e fa segno di fermarsi, come sentendosi sotto attacco; un simpatico siparietto che diverte il pubblico. E in men che non si dica, Pista Nera è finito.
A questo punto Corbellini ringrazia umilmente tutti i presenti e tutti coloro che, da dietro le quinte, hanno permesso e continuano a permettere che la loro magia si concretizzi live dopo live. Come già detto, è un frontman silenzioso, per nulla interessato ai teatrini del leader da palcoscenico, ma proprio per questo capace di creare quella particolare empatia tipica dell’artista che, proprio perché sul palco è poco propenso a interagire, quelle poche volte in cui fa uno strappo alla regola il pubblico lo percepisce ancora più vicino. Dopo aver fatto il medio ai controllori, citati nel testo dalla satira pungente di Statonatura, d’improvviso parte con un’invettiva contro la GTT e i controllori in borghese. La gente ride ed esulta. Nulla da dire. Tutto giusto.
È il momento di una serie di canzoni dei due album precedenti. Quando parte Cuore semplice il pubblico inizia a cantare a squarciagola, come non aveva mai fatto con i pezzi di Pista Nera. Il che è normale, stiamo parlando di un disco appena uscito e per questo non ancora del tutto assimilato. C’è un’affezione diversa per gemme preziose come Televendite di quadri, il brano senza ombra di dubbio più popolare di Canale Paesaggi (2020). E il pubblico non si perde un accento; muove le braccia a destra e a sinistra su Cristallo metallo, uno dei pezzi di maggior successo di Entropia Padrepio (2022), e canta ogni parola, ogni riff e ogni nota di synth.
Tra i momenti più alti dell’intero live c’è senza ombra di dubbio la potenza della magnifica Viale Santissima Trinità, un’autentica esplosione sonora dall’impatto emotivo non indifferente. Forse lì, per un attimo, è stato possibile fermare il proprio corpo, per lasciare che fosse solo l’anima a ballare, pogare e sognare.