Il nuovo EP di Mitcho rappresenta un’evoluzione per il cantautore, il cui progetto solista ora è una band. La storia di Inverno e della ricerca della propria essenza si traduce in un concept album musicalmente e liricamente intenso: un viaggio esistenziale, un intimo dialogo con sé stessi, un vortice emozionale, il tutto accompagnato da un fumetto a cura della fanzine Eterogenesi
Roberto Miccio, in arte Mitcho, è un cantautore romano classe 1996, da qualche anno con base a Torino. Nella capitale esordisce con un paio di EP in inglese. Al suo trasferimento corrisponde il passaggio alla scrittura in italiano e nel 2024, con l’uscita del primo album Nemesi, il suo nome inizia a circolare. Attivo nella vita culturale indipendente torinese, Mitcho ha avuto modo di crearsi una rete solida, in grado di aprirgli nuovi orizzonti e ispirarlo sul piano artistico e personale per i suoi lavori futuri.
Il 2025 è l’anno della svolta. Da solista, Mitcho forma una band, composta da Alessio Morabito (chitarra elettrica), Pietro Coluccia (tastiere), Leonardo Mauro (basso) e Bianca Massari (percussioni), così che la visione e il lavoro di scrittura e arrangiamento possano avere un’impostazione più collettiva. Il risultato è l’EP Inverno.
Si tratta di un concept album sulla storia di un bambino di nome Inverno, che in 5 brani – corrispondenti a 5 capitoli – vive un viaggio a metà tra reale e onirico alla ricerca della propria identità. Inverno è una creatura che non ha né forma né età, e ogni brano rappresenta una sensazione, un’emozione, un’idea del proprio essere. Alla produzione, mix e master troviamo Claudio Lo Russo (Atlante) e il primo brano, Sto benissimo, vede la collaborazione di Margherita Ferracini, in arte Edera (Irossa). Ma le menti creative dietro questo progetto non finiscono qui. A supportare la musica infatti troviamo un piccolo fumetto, scritto dallo stesso Mitcho insieme a Francesco Giordano ed edito dalla fanzine torinese Eterogenesi, il cui progetto grafico è a cura di Erik Paura e le illustrazioni di Zebra e Lisa: un espediente grafico volto non solo a creare connessione tra varie realtà indipendenti, ma anche a esprimere visivamente il viaggio di Inverno e il senso di smarrimento e di ricongiungimento col proprio corpo e la propria anima.
L’EP è un vortice emozionale che si traduce nelle liriche poetiche di Mitcho, che camminano – quasi galleggiano, alla Novo Amor – su strade sonore disseminate di pop–rock elettronico e alternative folk. Nella già citata Sto benissimo, la voce vibrante di Mitcho duetta e si fonde con quella delicata di Edera in un dialogo intimo, a occhi chiusi, che cresce secondo dopo secondo, così come l’intero EP cresce minuto dopo minuto, brano dopo brano.
La successiva Polvere parte viaggiando su binari più indie, raggiungendo progressivamente la trascendenza in un climax emozionale che vede la band intensificare il proprio sound in una fusione quasi metafisica; la seconda metà del brano è la rappresentazione musicale perfetta della smaterializzazione umana. Una sorta di ricomposizione avviene in Bluerba, che è la traccia più pop, dal ritornello più catchy ma non per questo stucchevole. Tutt’altro.
Essendo la storia di un individuo e di tutti i suoi mutevoli segmenti dell’anima, l’EP fa del suo eclettismo sonoro il punto chiave per comprendere il percorso interiore di Inverno, che si analizza e si interroga, scavando nel proprio animo, in compagnia di ombre e ricordi da esorcizzare. In questo senso, Normale, col suo rock energico che ricorda i Radiohead di In Rainbows, è la presa di consapevolezza più diretta. L’assolo di chitarra finale è insieme rabbia e liberazione, o quantomeno la voglia di arrabbiarsi e liberarsi. In entrambi i casi, è uno sfogo necessario.
E infine, come se a un certo punto fosse necessario risvegliarsi dopo essersi momentaneamente persi nell’oblio per capirsi nel profondo, Schiena è il ritorno alla realtà, in cui anche se certi dubbi esistenziali sembrano non aver trovato risposta, è come se ci si sentisse meglio. Ed è un po’ questa la sensazione che si prova ad ascoltare Inverno, che scorre e accompagna l’ascoltatore nell’universo sonoro di Mitcho. Forse, la storia di Inverno è la storia dello stesso Mitcho. Forse, è anche un po’ la nostra.