Distruggere la macchina capitalista e i suoi ingranaggi, rompere gli schemi, mettere in discussione il complesso dell’industria musicale per riprendere il controllo della propria musica. Molti artisti, più o meno consapevolmente, lo hanno fatto. «C’è una grande liberazione in una cosa registrata di merda.». Questo «atto di sabotaggio provocatorio» va riconosciuto, anzi – come scrive