Al loro terzo grido di forza e speranza, con Cartoon Darkness gli Amyl and The Sniffers portano alla luce i temi dell’attualità, avvalendosi del sound grezzo del punk più autentico ma senza dimenticare l’attenzione al dettaglio e all’esecuzione
Sulla copertina di Cartoon Darkness, terzo album degli australiani Amyl and The Sniffers, la piccola ma forzuta frontgirl Amy Taylor alza con decisione la t-shirt per scoprire il seno. Uno schiaffo all’ascoltatore e – soprattutto – allo spettatore, che viene prontamente censurato dall’etichetta. Amy Taylor e compagni vorrebbero però un mondo più limpido e decisamente meno offuscato dalla censura. Vorrebbero schiarire gli sguardi, aprire i nostri punti di vista. Noi accogliamo volentieri la loro proposta, ma non aspettiamoci di essere accompagnati affettuosamente mano nella mano: Cartoon Darkness è un piede che spacca in due la porta di casa; uno schiaffo alle ingiustizie e alle peripezie di questo mondo allo scatafascio.
Il nuovo processo creativo, con questo terzo lavoro, porta qualitativamente nuove intuizioni. Cartoon Darkness viene prodotto e scritto negli studi 606 a Los Angeles, dove pesa ancora la presenza dei Fleetwood Mac, dei Nirvana, dei Foo Fighters. Ci piace pensarla come un passaggio di testimone, che trova però modalità di lavoro differenti: Bryce Wilson, Dec Mehrtens e Gus Romer registrano di giorno; Amy Taylor conclude con i suoi testi la notte (come confessano in un’intervista a Triple J); nel complesso un’opera punk piuttosto pulita e curata, sotto la supervisione di Nick Launay (Nick Cave and The Bad Seeds, Silverchair) in cui voce e strumento si amalgamano e si esaltano a vicenda. Un processo creativo coerente con le intenzioni morali e sociali della band, che proprio per la sua necessità di raccontare il mondo schiarisce il proprio sound, senza però mai abbandonare la spontaneità di quella che all’inizio era considerata una semplice house party band. Chewing Gum e Pigs chiariscono bene questa modalità di lavoro, specialmente negli assoli di chitarra e nel passaggio tra hardcore e classic rock; It’s Mine, settata e pensata per il live come molti pezzi punk di questo album, è il punto più alto in termini di produzione ed esecuzione.
Sì perché il motto è sempre quello: raccontiamolo, ma divertendoci. I cartoon erano infatti delle vignette disegnate, che ricorrendo all’umorismo accattivante raccontavano ai lettori i vizi e i desideri del mondo attuale. Un titolo che rimanda ad un immaginario scherzoso ma torbido di emozioni oscure, chiarissime nei significati ma deviate dalla pazzia.
Amyl è una giovane Cherry Bomb, oppure una cantante punk scappata da qualche horror di Ti West (vi renderete conto della sua somiglianza al personaggio di Maxine). La componente cinematografica in Cartoon Darkness è presente nei testi e nell’intreccio delle parole: ogni tema è sviscerato attraverso l’utilizzo di storie, immagini, fotogrammi di vita quotidiana e pubblica. Come U should not be doing that, una lettera di protesta rap (non a caso Nardwuar, in una delle sue interviste, dedica alla cantante la stampa vinile del singolo Deeper della rapper americana Boss) che sfotte il pubblico giudicante. Specialmente quello social, che considera poco passabili gli stage outfit della Amy. Ma a lei non frega proprio un cazzo: «i know my work», dice spesso e per tutta la canzone. Ancora in Tiny Bikini: la nostra protagonista, una scantly clad lady (ragazza poco vestita) è così definita dai suoi interlocutori perché vuole semplicemente andare alla festa vestita come le pare. Un grido caricaturale e grezzo che si affievolisce fino a diventare melodico in Big Dreams – concedendo all’ascoltatore una totale immersione in una ballad dallo sfondo spaghetti western –, narrando di sogni che non si sono avverati o che forse si avvereranno nel tempo perché non bisogna mai mollare. Bailing on me, pensata per essere la honry track dell’album, è un rock classico e triste che viaggia per la parte cantata e di esecuzione a metà strada tra Shocking Blue e Hole.
Questi spazi diluiti, erroneamente definiti dalla critica come semplici filler ripetitivi all’album, dimostrano invece una crescita professionale importante, specialmente da parte di una band che si era reclusa per i primi due album dietro gli schemi del punk. Cartoon Darkness accoglie le novità ma senza dimenticarsi delle sue radici: è la tanto amata tradizione che incontra l’innovazione.