Giovedì sera al Locomotiv Club di Bologna si è concluso il Mi Piace Tour di Anna Castiglia e per un paio d’ore, a dispetto della pioggia che ancora non molla la presa sul capoluogo emiliano-romagnolo, è arrivato il sole dentro il locale: un sole caldo, siciliano come la cantautrice. Dalle sonorità profonde delle prime ballad ai ritmi brasiliani di alcuni pezzi, Anna Castiglia e la sua band – insieme sono gli Anna Castiglia – hanno regalato al pubblico ciò che desiderava: un po’ d’estate in anticipo
Entrando al Locomotiv Club, giovedì sera chiunque avrebbe notato un generale e distensivo buonumore, confermato dai sorrisi sulla faccia delle persone. Complice lo swing o i marcati ritmi brasiliani di molti brani di Anna Castiglia? Sicuramente. Merito, però, anche del morbido jazz e della voce avvolgente di Chiara Pancaldi, che puntualissima ha aperto il concerto.
Altrettanto puntuale, Anna Castiglia è salita sul palco e con lei tutta la sua band – gli Anna Castiglia, come li definisce la stessa cantautrice –, un ensemble di un’energia pazzesca: Eveline Lucchini al basso, Massimo Marcer alla tromba, Giacomo Zorzi alle tastiere ed Edoardo Bolamperti alle percussioni. Impossibile non accorgersi del virtuosismo di questi musicisti, già dalle note dei primi brani. L’acustica nel locale era ottima e i suoni sono usciti puliti e precisi: Anna Castiglia ha ringraziato quasi subito il fonico Carlo Madaghiele, svelando a tutti che, poiché quel giorno era il suo compleanno, gli avevano concesso di sbizzarrirsi con gli effetti. Elettrizzato o meno dalla cosa, il fonico ha fatto davvero un ottimo lavoro, tra delay, riverberi e pause studiate al millimetro.
Anna scherza e interagisce con il suo pubblico. L’artista non perde occasione per suscitare il riso, con la battuta sempre pronta. Del resto, come lei stessa ammette, alla fine di un tour ci si concede sempre qualche libertà in più, qualche momento in cui poter fare dell’ironia e autoironia. I fans la ammirano, ridono con lei e stanno al gioco: ecco il buonumore di cui si parlava.
Tra i primi brani eseguiti ci sono state le ballads Tutto Più Rosso e Gli stessi, brani intimi e caldi, che non hanno però impedito al pubblico di iniziare a fare i primi passi in pista, in attesa dei pezzi più ritmati. Poi, le dita di Anna Castiglia sono scivolate leggere sul manico della chitarra acustica, veloci a pizzicare le corde e farle vibrare senza sosta. Ed ecco che il pubblico si muove al ritmo di samba e bossanova, sulle note di alcuni dei brani in scaletta – basti solo pensare all’ultimo singolo uscito appena un mese fa, Decostruire, ma anche a pezzi come Mi piace o Organi Interni –.
Toccante il momento in cui Vincenzo Destradis e Nico Arezzo – compagni di viaggio conosciuti durante l’esperienza di Musicultura, il contest vinto da Anna Castiglia nel 2024 – hanno cantato con lei Amara Terra Mia di Domenico Modugno. Le armonizzazioni delle loro tre voci sulle note di questo canto popolare rivisitato hanno fermato il tempo e lasciato i presenti con il fiato sospeso.
La vera sorpresa, però, è stata l’esecuzione in solo di due coinvolgenti inediti, uno dei quali – Che fine hanno fatto quei ragazzi dei libri di inglese – potrebbe apparire scherzoso e leggero se ci si soffermasse solo sul titolo – la stessa Castiglia scherza sul fatto che questi individui bidimensionali siano costretti a una vita di anonimato e siano irrimediabilmente destinati all’oblio –. Invece, questo inedito è un brano dal testo e dalle sonorità profonde, da ascoltare con attenzione per potercisi immedesimare a dovere.
Bisognerebbe fermarsi a riflettere sul breve monologo fatto dalla cantautrice, mentre le sue mani continuavano a pizzicare le corde della chitarra. Un flusso di coscienza contro gli stereotipi regionali, alcuni dei quali possono anche fare sorridere ma, quando diventano uno stigma, la risata si fa più pesante e fuori luogo. «Sono siciliana, ma non sono mafiosa. Ci pensate che conquista sarebbe per il Femminismo? Una donna boss!». È questa la sottile ironia che la caratterizza e che contraddistingue anche l’intelligenza dei suoi testi. Si potrebbe correre il rischio di definire banali alcuni sui brani, ma forse è un rischio che corre chi non sa riconoscere il velo sottile che separa la realtà dalla capacità della Castiglia di saperci ironizzare sopra.
Anna Castiglia ha mostrato al pubblico le molteplici sfumature della sua persona e del suo disco, ricco di stili e generi diversi, in merito al quale lei stessa dice: «Sembra un caos, ma è una sorta di albero genealogico che serve a presentarsi completamente al pubblico».
Al Locomotiv Club si è concluso in bellezza un tour energico e curato nei dettagli. I sorrisi tra Anna Castiglia e i suoi compagni di viaggio sono proprio quelli che ci si scambia alla fine di un’esperienza sentita e vissuta a pieno. E tutto questo, senza dubbio, Ci piace!
foto di Jonathan Petrignani