Al Sonic Park, nella suggestiva cornice della Palazzina di Caccia di Stupinigi si presentano Coez e Frah Quintale con il tour estivo di Lovebars. Un concerto in cui c’è di tutto: canzoni cantate a squarciagola, sodalizio artistico, amicizia e compravendita di Panda
Continua l’estate dei festival a Torino e provincia, stavolta nella suggestiva cornice della Palazzina di Caccia di Stupinigi a Nichelino. Il Sonic Park, giunto alla sua sesta edizione, ha ospitato infatti una delle ultime date del tour estivo di Lovebars, l’album scritto a quattro mani da Coez e Frah Quintale.
Una tiepida serata accoglie gli artisti della seconda data della manifestazione ma, dopo una settimana di allerte meteo, il parco di Stupinigi non è proprio terra bruciata e il suono dei passi nel fango insieme al profumo di Autan Jungle diventa la cornice in cui il pubblico attende i due che si fanno un po’ desiderare. Ma la folla gremita e variegata che li aspetta trova il modo di ingannare il tempo facendosi riprendere con dediche e messaggi scritti sui telefoni, rivolti a favore di camera e proiettati sui due maxischermi al lato del palco, in un botta e risposta che fa notare la predisposizione della platea per le barre ad effetto. «Fanculo al mio ex», scrive una ragazza, «Io invece sto ancora sotto al mio ex», risponde un’altra; «Sono l’unica rimasta nella Single FC?», continua il freestyle una terza, tra sincerità e disperazione. Il tutto inframezzato da una poetica compravendita di una Fiat Panda con l’annuncio «Vendo Panda in ottimo stato no perditempo», per il quale non tarda la risposta: «Interessata alla Panda, ma ho perso tempo».
D’altronde Lovebars è un album che parla d’amore ma anche di disagio, il tutto condito dalla solitudine, logica conseguenza in una società in cui i rapporti tra persone sono spesso superficiali, come si intuisce per esempio dal testo di Vetri Fumé: «Tutto quello che ho non colma il vuoto». La solitudine però abbandona le vite dei presenti, almeno per il tempo di un concerto, non appena si presentano sul palco i due artisti, con i bassi che riempiono ogni spazio vuoto e fanno da sfondo alle note di Lovebars, brano che dà il titolo al loro joint album. Il connubio artistico tra Coez e Frah Quintale, messo a punto nel nuovo disco che spazia tra rap e hip-hop, si nota anche nel modo in cui durante il concerto passano da brani nuovi a i grandi classici delle rispettive discografie, con grande approvazione del pubblico che molleggia sulle ginocchia mentre canta a squarciagola.
Dopo Lovebars e Terra bruciata si passa infatti a Faccio un casino, iconico brano di Coez che gli è valso quattro dischi di platino e ha dato il nome all’album che nel 2017 ha segnato un punto di svolta nella sua carriera. È il turno poi di Frah Quintale, che si prende la scena con Cratere, stessa ottima annata del pezzo precedente, contenuto nell’album Regardez moi.
Si ritorna poi al futuro con tre nuovi brani: Fari lontani, Che colpa ne ho e Luce alle tre, dove il protagonista è l’amore in tutte le sue sfaccettature. Il pezzo però più rappresentativo dell’intero disco, a detta stessa degli artisti, è Se esiste un Dio, dove il rapper bresciano descrive in modo conciso ma efficace la società consumistica in cui viviamo, che «prima ammala, poi vende pastiglie per curarci».
Dopo un breve passaggio nel sound quasi R’n’B di Vetri fumé, si arriva a due momenti di medley. Partendo da Coez, a cui viene lasciato in gestione il palco, vengono ripercorsi alcuni pezzi forti tra cui Le luci della città ed E yo mamma, accompagnate dalla tastiera di Valerio Smordoni, Occhiali scuri e La tua canzone. È poi il turno di Frah Quintale, che trascina il pubblico sulle note di brani come Sempre bene, Colpa del vino, Gli occhi e Due ali. Con Treni la notte risale sul palco anche Coez in preparazione al gran finale.
Dopo aver continuato con le ultime tracce del nuovo album come Local Heroes e DM, unico feat presente nel disco e realizzato con la partecipazione di Guè, si conclude con l’ultimo slalom tra grandi successi tra cui È Sempre bello, 8 miliardi di persone, La musica non c’è, brano più premiato nella discografia di Coez e composto con la collaborazione con Niccolò Contessa de I Cani, per terminare con Si ah, che fa scatenare il pubblico di Stupinigi.
I due salutano il pubblico con Alta Marea, singolo estratto da Lovebars, ed emblema sia del genere crossover tra rap e cantautorato, sia della loro decennale amicizia sancita dalla frase «Non si vince da soli ma ci si allea».
Un concerto, questo, allo stesso tempo corale e individuale, un’alternanza tra protagonismo e condivisione che funziona bene forse perché il mondo, o almeno quello del Sonic Park, è davvero un posto fatto per due.