Paure, incertezze e tanta voglia di pogare: volume al massimo per l’ultimo EP dei canale
Dall’emo-punk al post-hardcore in quel di Cortona – nel mezzo delle restrizioni COVID del 2021 – prendono forma i canale, rigorosamente in minuscolo. Nel 2023 esordiscono con FELICE, il primo album autoprodotto e, il 21 di giungo, tornano con L’ULTIMO FIORE DEL MONDO, ancora una volta da indipendenti.
Dopo una trentina di live nel giro dell’ultimo anno – ottima palestra per rinforzare la propria identità – la band toscana si presenta con un secondo lavoro decisamente più maturo: i cinque brani che compongono l’EP parlano del timore verso il futuro ma anche dell’accettare i propri limiti in una società che ci vuole sempre performanti; le ormai note red flag che contraddistinguono la gioventù di oggi.
L’ultimo fiore del mondo, omonima traccia di apertura, arriva come una sberla: voce rabbiosa, chitarre graffianti e colpi di batteria pesanti seguono un ritmo, sempre più incalzante, che ci ricorda i i primi Fast Animals And Slow Kids. A seguire Cielo, scritta nel treno di ritorno da un festival, è un bipolare flusso di coscienza sulla ricerca di ciò che ci fa stare bene con la consapevolezza che, nonostante le incertezze, «il cielo cambierà» regalandoci nuovi orizzonti; il tutto in un crescendo shoegaze. Il brano successivo è Toccare il fondo, davvero: un invito ad accettare i propri errori – soprattutto quando si fallisce – perché da una caduta si può solo risalire; una menzione particolare agli assoli di chitarra in chiusura. Interessante il ritornello in cui si sentono voci diverse, questo perché tutti i componenti della band – oltre a prendere parte alla scrittura dei brani – fanno di ogni canzone il risultato di un pensiero comune, rifiutando la classica idea dell’avere un frontman ma, piuttosto, un ensemble in cui ogni membro apporta il suo valore.
Arrivando verso la fine dall’EP troviamo Bordo. Anche qui gli strumenti sono sporchi e violenti, probabilmente la traccia più amara dove a prevalere è il senso di solitudine e incomprensione; vuole fare luce sull’importanza del benessere mentale e psicologico che, purtroppo, viene spesso a meno. A chiudere la fatica è invece Adiós: neanche due minuti di puro screamo in cui vorremo solo trovarci al concerto dei canale a pogare. Gli ascoltatori più attenti, oltre alle urla, potranno anche cogliere il messaggio dietro alla traccia conclusiva: l’importanza di trovare un posto nel mondo che ci faccia stare bene interrogandosi su quali siano – allo stesso tempo – i compromessi che ci vengono richiesti.
L’ULTIMO FIORE DEL MONDO è un lavoro schietto, sincero e tecnicamente ben riuscito. I canale si inseriscono tra i progetti indipendenti da tenere d’occhio e, per quanto mi riguarda, da sentire live appena si avrà l’occasione.