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Quasi Dipinto: il manifesto di spensieratezza della Alèri Band

svg12 September 2025RiverberiStorieMarco Nassisi

L’esordio dell’Alèri Band, uscito per Totally Imported, è ciò di cui avevamo bisogno in questi giorni di fine estate: un album leggero, divertente e divertito, che nelle sue vesti R’n’B, funk, jazz e soul è capace di raccontare le fragilità umane senza nascondere il desiderio primario di ballare


E anche in questo 2025 siamo arrivati in quel triste periodo dell’anno in cui ci riuniamo tutti insieme, ci guardiamo negli occhi e, amareggiati, comprendiamo che l’estate è finita. Il grigiore della routine torna ad avvolgere le nostre giornate di lavoro, che si accorciano sempre di più e ci ricordano che la luce del sole è un privilegio da non dare mai per scontato. E non importa quanto abbiamo sofferto i 40°C e passa di certi giorni bollenti in cui avremmo preferito trovarci in Antartide: il sapore dell’estate come periodo di spensieratezza – o forse, in tempi come i nostri, di “preoccupazione diminuita”, si fa per dire – è un qualcosa di impagabile. Un qualcosa che alla fine, nonostante tutto, rimpiangiamo sempre.

Ma almeno a venirci in soccorso c’è la musica, che se a volte è capace di cose incredibili come trasportarci in mondi alternativi, sicuramente è anche in grado di farci sentire ancora l’estate addosso. Luoghi, temperature e odori diversi, ma in testa regna quel senso di libertà, che si traduce nella voglia di ballare e divertirsi, anche se al posto di una t-shirt indossiamo un maglione.

Ci sono alte probabilità di provare sensazioni del genere ascoltando Quasi Dipinto, esordio della Alèri Band, il nuovo progetto capitanato da Valerio Tintori, in arte Alèri, polistrumentista, autore e compositore nato a Bergamo nel 1996.

Distribuito da Totally Imported, il disco vede la collaborazione di numerosi musicisti: un ensemble di dodici elementi, con una sezione ritmica, una di fiati e una di cori. E ognuno di questi è pienamente coinvolto in nove brani ricchi di ispirazioni che si muovono tra jazz, soul, funk e R’n’b. Non mancano sfumature di cantautorato e pop per un disco che sfugge alle definizioni perché frutto dell’audacia di un artista colto e desideroso di esprimere tutto il proprio potenziale autoriale e compositivo.

Influenzato dal manifesto della Musica Popolare Brasiliana, Quasi Dipinto si propone di esplorare territori musicali lontani – in particolar modo quelli del Sud America – e creare legami tra culture e suoni di diversa natura. Senza cadere in inutili manierismi, l’album riesce nella difficile impresa di mescolare i generi senza che il risultato sia un mix inconsistente e inconcludente.

I testi affrontano i temi più disparati: dai legami interpersonali alla confusione che scuote la quotidianità di ognuno di noi; dal timore di affrontare il disordine della vita alle ipocrisie che ci caratterizzano e ci mangiano lentamente. Di base, il cuore tematico dell’album – il minimo comune denominatore – è il nostro essere umani oggi. La vena malinconica del disco, espressa nelle liriche e cantata da Alèri, ben si sposa con strumentali vibranti e pimpanti, che sanno essere complesse e semplici allo stesso tempo. Alla fine regna la voglia di muovere ogni singola fibra del corpo, anche con una tempesta che ci travolge: perché nonostante i mille problemi della vita, è impossibile resistere al senso di evasione della musica. E allora si balla sui meravigliosi giri di basso di Bambina e sugli avvolgenti ottoni di Ludopatia e Dipinto.

Quasi Dipinto è un partire e tornare allo stesso tempo. Partire, come nell’esotico tripudio di assoli di ottoni della traccia d’apertura Atlantico, scritta sull’isola di Lanzarote, in Spagna. Tornare, come in Milano, frenetica e agitata come la città, che è amore e odio per molti, così come la protagonista della canzone, una ragazza esaurita dalla routine che sogna una vita in cui le cose importanti non sono il lavoro e l’attesa delle ferie.

Alèri racconta sé stesso attraverso canzoni/storie che vedono come protagonisti ragazzi, ragazze, coppie, giovani umanità intere che chiudono gli occhi e sognano un mondo in cui ballare al ritmo del funk e dell’RnB. È l’unico modo per sopravvivere: affrontare il caos della vita con le vibrazioni di corpi che si muovono e trascendono il tempo e lo spazio. Quasi Dipinto è musica escapista, che con la forza del groove, del ritmo e della melodia fa da tramite fra il mondo reale e il mondo in cui vorremmo trovarci: un mondo un po’ meno stressante e stressato, in cui contano solo le cose importanti, le cose che ci fanno stare bene.

In fondo, è ciò di cui abbiamo bisogno in queste giornate autunnali, quando guardiamo fuori dalla finestra e una coltre di nubi oscura la nostra stanza. Abbiamo bisogno di vivere sensazioni vere, noi che vogliamo Solo Cose Vere.

Marco Nassisi

Per me scrivere di musica vuol dire trovare una scusa per ascoltarne tanta, scoprirne di nuova e fare un po' d'ordine nella testa.

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