Loading

Libero De Rienzo, sangue nostro

Allo spazio Q35 di Torino è vissuta la memoria dell’attore Libero De Rienzo, scomparso nel 2021 a soli 44 anni, in una serata – organizzata da IllegalFilm77 in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte – in cui personalità come Elio Germano e Willie Peyote si sono riunite per ricordare quello che è stato uno dei caratteri più interessanti del cinema italiano contemporaneo


Il 15 luglio 2021 ci lasciava Libero De Rienzo, Picchio, una figura singolare del cinema italiano contemporaneo. Nato nel 1977, l’attore napoletano, subito trasferitosi a Roma, ha saputo distinguersi per la sua incredibile capacità di elevare ogni film in cui ha preso parte, dalle commedie ai film drammatici.

Ha esordito nel 1999, ma è nel 2001 che raggiunge il successo nazionale con Santa Maradona di Marco Ponti, un autentico cult. Un film che, in un’epoca – quella dei primi anni Duemila – particolarmente florida per il nostro cinema, ha saputo descrivere le inquietudini di una generazione con sincerità, ironia e disincanto, qualità incarnate soprattutto nello straordinario e iconico Bart Vanzetti, che Libero ha interpretato con un’autenticità tale da rendere indistinguibile l’attore e il personaggio.

La serietà con la quale Picchio sarebbe salito sul palco dei David di Donatello a ritirare il premio per il miglior attore non protagonista – che dedicò alla Palestina, agli uomini e alle donne della Croce Rossa Internazionale e della Mezzaluna palestinese – è stata la stessa con la quale Marco Ponti ha voluto ricordare il suo attore, ma soprattutto il suo amico, il 12 aprile 2025, in una serata in suo ricordo organizzata dalla casa di produzione IllegalFilm77, in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte, allo spazio Q35, gremito di gente.

Libero De Rienzo era molto legato a Torino, città non solo di Santa Maradona – e di A/R Andata + Ritorno (2004), secondo film di Ponti – ma anche luogo in cui girò il suo unico lungometraggio da regista Sangue – La morte non esiste (2005). Ed è proprio il ventennale di questo piccolo gioiello anarchico del cinema italiano il pretesto dietro la serata, in cui intervengono i due attori protagonisti del film Elio Germano ed Emanuela Barilozzi, il direttore della fotografia Francesco di Giacomo e la produttrice Valentina Pozzi, autrice del piccolo documentario IllegalFilm77: Sangue nostro, proiettato per l’occasione. Un’opera autentica, che in poco più di 50 minuti restituisce una piccola panoramica della vita di Libero durante la realizzazione del film, tra infinite conversazioni con Elio ed Emanuela, viaggi mentali alla ricerca della poetica di un’opera che non avrebbe avuto nulla del classico film italiano: un film magnificamente fuori tempo – o meglio, fuori dal tempo –, tra tecniche di ripresa all’avanguardia e un montaggio lisergico, antinarrativo, lontano da ogni logica. Un film in cui l’anima di Libero vive ancora adesso, a distanza di due decenni.

Come tutti gli artisti che trovano ispirazione in diversi campi, Picchio, oltre al cinema, aveva un legame stretto anche con la musica. A testimoniarlo è Willie Peyote, che è intervenuto in ricordo dell’amico col quale aveva un grande rapporto. Per il rapper torinese, Libero ha diretto il videoclip della sua canzone La Tua Futura Ex Moglie, facendolo anche recitare in un video narrativamente ed esteticamente ispirato a Fino all’ultimo respiro, capolavoro di Jean-Luc Godard, capostipite della Nouvelle Vague. A Picchio è invece dedicata Sempre lo stesso film, commovente traccia di chiusura del penultimo album di Willie.

Nello stesso anno di Sangue – La morte non esiste, Libero dirige ed è co-protagonista del videoclip di Audioricordi, della cantautrice napoletana Meg. Ma l’amore di Picchio per la sperimentazione è evidente anche nella sua partecipazione, due anni prima, nel 2003, al documentario musicale Mundo civilizado, di un Luca Guadagnino agli esordi. Uno sguardo introspettivo e autentico su una scena culturale – quella siciliana di inizio millennio – in cui Libero, nei panni di sé stesso, dialoga col pubblico perdendosi in riflessioni che già all’epoca mostravano tutta la sua sensibilità artistica.

        

Non si può ovviamente non parlare delle scelte musicali applicate a Sangue – La morte non esiste, anch’esse molto particolari. A partire dai Giardini di Mirò, band emiliana post-rock scioltasi pochi mesi fa, passando per i ritmi reggae e gli ottoni ska dei romani Torpedo. A donare un ulteriore tocco post-alternative al film si uniscono i Godspeed You! Black Emperor e i Mogwai, la cui t-shirt di questi ultimi è indossata da Emanuela Barilozzi nei frammenti del documentario ambientati nel presente. Il tutto al servizio di una storia che ha come sfondo le vibrazioni elettroniche dei rave party, in un viaggio onirico e percettivamente inedito per la coscienza del cinema italiano contemporaneo.

Quel misto di ironia e malinconia che ha accompagnato la vita e la carriera di Libero De Rienzo è il tratto distintivo di un uomo la cui prematura scomparsa ha lasciato un vuoto nel cinema italiano contemporaneo, che si è così privato non solo di una delle sue facce e voci più particolari, ma anche di una delle personalità più uniche e originali.

 

foto di Natalia Menotti

Marco Nassisi

Per me scrivere di musica vuol dire trovare una scusa per ascoltarne tanta, scoprirne di nuova e fare un po' d'ordine nella testa.

Loading
svg
Navigazione Rapida
  • 01

    Libero De Rienzo, sangue nostro