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La Famiglia Normale dei The Snookers: ma alla fine normale cos’è?

I The Snookers affrontano tematiche personali con un’intensità disarmante: una chitarra distorta e una voce penetrante ci regalano un disco da ascoltare a tutto volume


Anita e Federico, rispettivamente classe 2000 e ’99, sono i The Snookers, duo alt-rock valtellinese. Il progetto nasce nel 2018 e prende forma all’Edac Studio di Davide Lasala e Andrea Fognini con la pubblicazione del primo lavoro, L’universo si arrende a chi è calmo. A seguire, la partecipazione a Musicultura 2024 con il brano Guai – nella rosa degli otto finalisti – sarà solo il trampolino di lancio per quello che si prospetta essere un progetto sempre più convincente.

Una Famiglia Normale, pubblicato il 18 ottobre per Edac Music Group, è un secondo album che arriva e che lascia il segno. Il lavoro, chiaramente ispirato alla scena alternative rock degli anni Novanta, si interroga sul significato dell’essere normali attraverso testi che sviscerano temi importanti come le relazioni familiari disfunzionali, i rapporti di amore e di amicizia e le incomprensioni generate dai divari generazionali. La scrittura è per il duo uno strumento per affrontare problematiche private che, una volta messe in musica, possono ritenersi superate; tematiche che – pur partendo dalle esperienze autobiografiche di Anita e Federico – sono facilmente riconducibili a quelle dell’ascoltatore, in quanto argomenti sentiti dalla collettività.

Ho paura di vederti apre il disco con una carica elettrica che fa notare, fin da subito, il forte binomio tra voce e chitarra: queste sono complementari, una risalta l’altra e non si sovrappongono mai. Una scelta presente in tutte le tracce a seguire: «Volevamo che da questo disco si percepisse che siamo un duo, quindi le chitarre di Federico dovevano avere un forte carattere per spiccare tra il resto ed essere protagoniste tanto quanto la voce di Anita». Guarda come il tempo vola, in seguito, parla di un ragazzo che cambia università, città e amici alla ricerca di una scusa valida per ritardare il più possibile le sue decisioni; è una spinta per uscire dal loop della procrastinazione.

Le chitarre sempre più distorte, scandite da sintetizzatori e batterie elettroniche, continuano in Chi me lo fa fare, per poi trovare un momento di quiete in Ebe: le note di pianoforte partono silenziose, la batteria è sostituita da percussioni manuali; il tutto si amplifica sempre di più insieme alla voce, intima quanto desiderosa di spazio: «tutte quelle cose che vorrei dire escono in ritardo di qualche mese, mi piacerebbe farmi sentire».

La rabbia repressa e le cose mai dette vengono fuori in Madre perché a contestare le restrizioni imposte dalla famiglia: «io sono tuo per metà non sono te, c’è poco ossigeno in questa campana di vetro, non proiettare su di me quello che volevi per te». Dosi per lei e Non andremo mai più al mare, ritmate, energiche e con testi vividissimi continuano ad accompagnarci piacevolmente lungo l’ascolto. Sedici è, ancora una volta, una protesta verso l’incomunicabilità genitore-figlio: «a casa grido contro i miei perché sanno loro come gira il mondo, ma non il mio»; ma anche una denuncia verso la difficoltà del trovare la propria strada: «qui sono tutti pronti, sono solo io che non so dove andare»

Con Rachele e Il mio villaggio segreto emergono racconti intimi, fatti di legami con persone e luoghi, fino a Tienimi, l’undicesima canzone, che chiude un lavoro completo e ricco d’intensità. L’impeccabile vocalità di Anita è capace di interpretare ogni parola con profondità e, insieme alla chitarra di Federico, avvolge l’ascoltatore in scenari sempre più suggestivi. Trascorsi trentacinque minuti ci si ritrova alla fine del disco e qui, con così tanto da elaborare e così poca voglia di uscire dal mondo in cui si è entrati, non si può che schiacciare nuovamente play.

Questa full immersion di emotività è dovuta – oltre alla bravura compositiva ed esecutiva del duo – dal metodo di registrazione effettuato da Edac, perché il disco suona come un live: ogni traccia è stata registrata in presa diretta su nastro magnetico per non perdere neanche un grammo dell’energia che la band trasmette dal vivo. Allo stesso modo, tutto il materiale video e fotografico è stato realizzato con strumenti analogici per creare contenuti unici, imperfetti e senza mediazioni, così come vogliono essere le canzoni. Una Famiglia Normale è una ricerca artistica a tutto tondo, carica di contenuti e intera nella forma: i The Snookers sono promossi a pieni voti.

Veronica Vair

Con le cuffie ingarbugliate nelle tasche.

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