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Intervista ai Tre Allegri Ragazzi Morti: trent’anni di musica vera

Torino celebra, come capofila di un lunghissimo tour, i trent’anni dell’incredibile carriera musicale dei Tre Allegri Ragazzi Morti. La band di Pordenone tona in città per presentare Garage Pordenone – ultimo lavoro discografico, uscito lo scorso 12 aprile – e per dare il via ai festeggiamenti di un anniversario che ha il sapore di un rito, di un abbraccio collettivo e di una coinvolgente festa di famiglia.

La formazione è quella di sempre, le maschere e l’energia anche. In questa atmosfera di festa, abbiamo fatto una chiacchiera appassionata con Davide Toffolo ed Enrico Molteni, sul divanetto di un Hiroshima Mon Amour sold out. Abbiamo parlato di musica, del pubblico che li accompagna sotto palco da trent’anni, dell’ambiente musicale e di com’è nata la loro etichetta discografica, “La Tempesta”, nel lontano 2000.

Dalle loro parole emerge tutto l’amore che provano per Torino. Ricordano, in particolare, come questa città – e in particolare Hiroshima Mon Amour – li abbia voluti e cercati  già nel 1996, senza che nessuno li conoscesse: fu subito amore, reciproco e a prima vista.

E’ tempo di salire sul palco e in una scaletta serrata ripercorrono tutti i loro successi più belli, con un pubblico decisamente coinvolto e sempre molto innamorato, come fosse il primo giorno. Lo show ha dato spazio a tante cose, altrettante sono state le emozioni. Non è mancata Bella Ciao, cantata da tutti: un inno comunitario ora più che mai necessario, alla vigilia del 25 aprile.

Se vi state chiedendo se vale ancora la pena di cantare a squarciagola le canzoni dei Tre Allegri Ragazzi Morti, quest’ultimo disco è la risposta che cercate: una conferma di che cosa sono i TARM e di quello che continuano a essere, ancora oggi, a distanza di trent’anni.

Stefano Scuderi

Classe ‘86, nostalgico di MTV e degli anni 90. Videomaker. Amante della musica,ma non musicista, quindi cerco sempre di girarci attorno. Founder di Live On Sofa e di Polvere dieci anni dopo.

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