Partire dal linguaggio per una maggiore inclusività. “Le parole sono importanti”, diceva un grande regista, ed è davvero così. Il linguaggio è la prima forma di comunicazione e, di conseguenza, di confronto sociale. Proprio per questo motivo, si tratta di uno strumento potente che rappresenta un’arma a doppio taglio: da un lato, con i suoi limiti e confini, può diventare divisivo; dall’altro, offre l’opportunità di una maggiore inclusione sociale.
Qualche giorno fa, scorrendo le stories su instagram, mi sono imbattuto in un repost di Francamente nel quale denunciava una leggerezza comunicativa da parte di un noto locale di Torino, pur da sempre attento alle tematiche sociali. La decisione di intitolare “Cantautori in bustina” una rassegna musicale alla quale era stata invitata a partecipare, dopo un confronto – pacifico – con gli organizzatori dell’evento, ha spinto l’artista a rinunciare alla sua partecipazione. La decisione, tuttavia, si inserisce in un più ampio discorso di inclusività, che da sempre la cantautrice porta avanti anche attraverso il collettivo Canta Fino a 10, di cui fa parte assieme ad Anna Castiglia, Rossana de Pace, Irene Buselli e Valeria Rossi. Lo scopo del collettivo è quello di fare rete tra le cantanti e le musiciste del panorama musicale italiano, offrendo supporto e organizzando diverse iniziative volte a contrastare le disparità di genere.
Ho avuto il piacere di parlare con Francesca Siano, in arte Francamente, cantautrice originaria di Torino ma residente a Berlino. Le sue parole ci spingono a una riflessione, profonda e più che mai attuale, sulle discriminazioni di genere e su come queste rappresentino una sfida costante – e sfiancante – da parte delle donne attive nel panorama musicale. Le sue parole sono un invito alla riflessione e all’azione, un’opportunità per conoscere meglio queste tematiche – sempre troppo poco approfondite – ascoltando chi le vive in prima persona e, nel prenderne atto, decide di cambiare le cose.