Per quanto sia vero che non è l’abito a fare il monaco, spesso la copertina costituisce un elemento imprescindibile per comprendere a pieno l’essenza di un disco. Ecco le 5 copertine più interessanti e significative dei migliori dischi usciti nel 2023
Nonostante sembri impossibile, appartenere alla Generazione Y può avere anche degli aspetti positivi. Soprattutto se gli appartenenti sono, fin da piccoli, appassionati di musica.
Prima che il demone dello streaming on demand prendesse infatti il sopravvento sulla società, la copertina di un disco rappresentava un elemento importantissimo – se non l’unico – nella scelta del prodotto da acquistare.
Perché quando i tuoi unici indizi sul contenuto di un nuovo album consistono nella compilation di singoli allegata al numero mensile di “Punk” (R.I.P.), è proprio quell’immagine quadrata e avvolta nel cellophane a convincerti che sì, è proprio su di lei che devi puntare i pochi soldi che hai in tasca. E come in tutte le scommesse importanti, quell’immagine così seducente può deluderti con la stessa forza con cui ti ha attratto, facendoti realizzare di aver appena speso i tuoi ultimi 10€ in un disco di merda.
E allora, per questa volta, non parleremo di testi, sonorità o contenuti. Questa volta andremo a ridare la meritata dignità a quelle stramaledette immagini che, per anni, hanno influenzato i nostri gusti musicali. E lo faremo partendo dalla fine: analizzando 5 copertine di quelle che sono considerate tra le migliori uscite del 2023.
5) Rolling Stones, Hackney Diamonds, 2023
Il disco degli Stones è un omaggio agli anni ’70-’80 che, però, non scade nel reducismo nostalgico. La copertina dell’album, che raffigura due mani femminili intente a pugnalare un diamante a forma di cuore, è stata creata dalla giovanissima artista digitale Paulina Almira che, sicuramente, non era nemmeno allo stato di noumeno quando i padri del rock organizzavano i caratteristici sabba composti da alcol, droghe di tutti i tipi, risse e orge. Questa commistione tra “vecchio” e “nuovo” dà vita a una copertina che, pur ricordando le locandine di alcuni film di metà anni ottanta o alcune grafiche dei Daft Punk, risulta innovativo, sia grazie alle tecnologie digitali utilizzate per la realizzazione, sia per tutte le influenze artistiche sapientemente rielaborate dalla giovane artista filippina. Nello slang cockney, Hackney Diamonds indica i frammenti di vetro rimasti per terra dopo una rapina. Il cuore degli Stones, dopo decenni, continua ad essere figlio della metropoli inglese. In tutte le sue meraviglie e in tutte le sue contraddizioni.
4) Foo Fighters, But Here We Are, 2023.
Utilizzare una copertina quasi totalmente bianca dopo Substance 1987 dei New Order e Steal This Album dei System Of A Down è sicuramente una cosa che pochi gruppi potrebbero permettersi e i Foo Fighters sono tra questi. In questo caso, però, il “total white” scelto per la copertina non è motivato unicamente da ragioni grafiche o estetiche. Il lutto dovuto alla morte improvvisa dello storico batterista Taylor Hawkins, nel 2022, ha infatti sicuramente influito sulla produzione del disco anche sul fronte visuale. Le linee opache che si intravedono al centro della copertina, sembrano rappresentare un paesaggio aulico ma allo stesso tempo sconosciuto e difficile da rappresentare. Delle linee di demarcazione tra il “Noi siamo ancora qui” e il Paradiso del Rock in cui tutti e tutte speriamo si trovi Tony. Magari a scolarsi litri di birra sulla riva di un fiume insieme a Kurt Cobain e Joe Strummer.
3) Blur, The Ballad Of Darren, 2023.
Gourock, Scozia. Un nuotatore solitario in una piscina all’aperto, una landa desolata e le Highlands di sfondo. Ad unire il tutto, un cielo grigio che preannuncia una tempesta imminente. Il soggetto raffigurato è un uomo in fase di riabilitazione dopo un brutto incidente stradale avvenuto qualche anno prima. Per quanto la band di Colchester non sia nuova all’utilizzo di copertine artistiche, la foto di Martin Parr, scattata nel 2004, conferisce al disco un’aura magnetica. I tre contrasti cromatici presenti nella foto (azzurro, verde e grigio), suggeriscono varie interpretazioni. Secondo Damon Albarn, la foto rappresenterebbe i tre gironi danteschi; per altri, invece, le catastrofi contemporanee che, sempre di più, minacciano la nostra quotidianità e, per altri ancora, la possibilità di trionfare sulle catastrofi imposte dalla vita, sfidando persino la natura. O forse, più semplicemente, che, a vent’anni esatti da Think Thank, i Blur continuino a nuotare spensierati (e sempre bene) nel loro mondo, fregandosene alla grande di ostacoli, impedimenti e perturbazioni.
2) Queens Of The Stone Age, In Times New Roman, 2023.
Le copertine dei Queens Of The Stone Age, sono sempre state fighissime, nulla da dire. “In Times New Roman” si differenzia però dalle precedenti creando un’immagine, a prima vista, tendenzialmente inquietante e di cui risulta impossibile cogliere tutta la simbologia. Il soggetto creato dall’artista scouser Boneface, rappresenta perfettamente il periodo doloroso e turbolento attraversato recentemente dalla band di Seattle: una persona di spalle, che potrebbe ricordare Shotaro Kaneda di Akira o Solid Snake di Metal Gear Solid, si mostra bendata da una fascia rossa e ghermita da due braccia mostruose e da alcuni serpenti. A complicare ancora il tutto, i capelli del soggetto sono, in realtà, le fauci di un lupo intente a mordere la benda. Al centro dell’immagine, un Uroboro pugnalato da un coltello a scatto: quasi ad interrompere la ciclicità del tempo. Tra videogiochi giapponesi, mito di Medusa, ideali romantici contrapposti al razionalismo contemporaneo e omaggi a “Quadrophenia”, questa copertina invita al γνῶθι σαυτόν, al “conoscere noi stessi”, non in ottica limitativa ma attraverso l’introspezione della propria anima, unico modo per combattere e vincere i propri demoni.
1) Iggy Pop, Every Loser, 2023.
Basterebbe solamente dire che la copertina del diciannovesimo album dell’Iguana porta la firma di Raymond Pettibon per consacrarlo come una delle migliori copertine uscite nel 2023. La struttura dell’immagine ricorda il Quadrato Nero di Kazimir Malevič rielaborato, però, in chiave contemporanea. Nonostante la possibilità di accedere a svariati tipi di strumentazione digitale, Pettibon sceglie un tratto ad acquerello per rappresentare un quadrato all’interno del quale si distinguono due binari e un paesaggio post-industriale di sfondo. Ancora una volta, Iggy ci dice che quel treno esplosivo carico di accordi punk, eccessi, sperimentazioni musicali, pratiche artistiche e una vita trascorsa all’insegna del rock’n’roll, non ha mai deragliato ma ha sempre percorso i binari giusti. Rimane solo da chiedersi cos’abbia portato all’abbandono dei classici ritratti interi o dei primi piani che, da sempre, hanno caratterizzato la quasi totalità delle sue copertine. Ma, d’altronde, chi siamo, noi comuni mortali, per poterlo sapere?