Quando la musica da film diventa cultura, il passato respira nel presente. In Cinevox ReFramed, le colonne sonore di Umiliani, Piccioni e Ortolani vengono riscritte, campionate e trasformate dalla nuova scena italiana. Non è un’operazione museale, ma un film sonoro a più registi in cui il vero protagonista è il tempo
Quando Sergio Leone montò per la prima volta C’era una volta il West, lo proiettò senza colonna sonora convinto che le immagini fossero sufficienti. Poi Ennio Morricone entrò in sala e fece partire L’uomo dell’armonica. In quel momento Leone disse: «Ecco, ora il film respira». C’è un momento in cui la musica non accompagna ma trasforma, quando il ritmo delle note riscrive il battito delle immagini. Da quella consapevolezza che il suono non sia decorazione ma struttura narrativa nasce Cinevox ReFramed, un progetto che riporta alla luce il patrimonio sonoro del cinema italiano e lo affida a una nuova generazione di artisti.
Dieci nomi della scena elettronica e alternativa – Whitemary, Gaia Banfi, Studio Murena, Il Mago del Gelato, Lowtopic, WISM, Godblesscomputers, Agenda dei buoni propositi, Rbsn e Coca Puma – hanno campionato nove album di colonne sonore firmate da Piero Umiliani, Piero Piccioni e Riz Ortolani. Non si tratta di un semplice tributo: è un gesto creativo, una forma di dialogo tra epoche, senza nostalgia.
Ci sono momenti nella storia in cui la musica da film si fa cultura nazionale. In Italia è accaduto più volte ma tra gli anni ’50 e ’70 quella sinergia tra compositori, registi e orchestre ha definito un’identità sonora. Umiliani con il suo jazz sofisticato e sensuale, Piccioni con il groove cosmopolita, Ortolani con la fusione tra lirismo e impatto melodico. La Cinevox Record, fondata nel 1961, è stata la casa di tutto questo stampando su vinile colonne sonore visionarie, piccoli film da ascoltare. C’è stato un tempo, infatti, in cui il suono del cinema si poteva toccare.
È da questo archivio che Cinevox ReFramed trae la propria linfa. Non è un’operazione museale ma una riappropriazione culturale: prendere quel patrimonio e restituirlo alla contemporaneità attraverso l’elettronica, il sampling, la manipolazione creativa. Quello che potrebbe sembrare un esperimento curatoriale tra memoria e remix è invece una narrazione collettiva, un album-mosaico in cui ogni artista interpreta un frammento del passato e lo traduce nella propria lingua.
Il disco è un film sonoro a più registi: stesso soggetto, dieci sguardi diversi. Una soundtrack senza film, capace di generare immagini nella mente di chi ascolta. La delicatezza con cui Coca Puma, già abituata a lavorare in ambito cinematografico, rilegge Umiliani si intreccia con l’intimità di Agenda dei buoni propositi che restituisce Uno scandalo perbene di Ortolani. È un dialogo che trova naturale continuità nella jazztronica di Godblesscomputers, nella fantasia de Il Mago del Gelato e nel minimalismo sospeso di Gaia Banfi.
In questo progetto, il sampling è più di una tecnica: è un atto di dialogo. Il campione non è un reperto ma un seme. È scrivere con le forbici: prendere un frammento, tagliarlo, inserirlo in un nuovo contesto e fargli dire qualcosa di diverso. Un gesto cinematografico, come il montaggio, che costruisce senso attraverso il tempo e la ripetizione. C’è un concetto che ritorna spesso parlando di nuova musica italiana: educazione. Non nel senso accademico, ma come consapevolezza. Gli artisti di oggi sono educati nel modo in cui ascoltano, scelgono, citano. Non si appropriano del passato per feticismo, ma per dialogo. Cinevox ReFramed lo dimostra: è un progetto fatto da musicisti che conoscono la storia del suono, la rispettano ma non la temono. Sono cresciuti tra vinili e streaming, tra club e cinema, tra digitale e analogico. In un’epoca in cui il sampling è spesso associato a scorciatoie creative, qui diventa linguaggio, amore per il dettaglio, studio. È un modo diverso di essere contemporanei: non gridare, ma comprendere.
In un panorama di sovrapproduzione sonora, ripartire da un archivio come questo significa restituire peso all’ascolto. Molti cercheranno le versioni originali, i film e i compositori. È questo il risultato più prezioso: Cinevox ReFramed non chiude, apre. Alla fine, ciò che resta è il tempo, vero protagonista di questo progetto. Il passato che vibra nel presente, il presente che riscrive il passato. Le colonne sonore nascono per accompagnare storie. Ma ogni volta che qualcuno le riascolta o le reinventa, quelle storie ripartono.

