Nella penultima notte della Art Week torinese, il Club To Club ha trasformato il Lingotto Fiere di Torino in un vero tempio dell’elettronica sperimentale. Tra i live protagonisti di questo palinsesto multiforme spiccano l’atteso ritorno dei Bicep, l’esibizione di Romy e il debutto di A.G. Cook, fondatore della PC Music e producer di Charli XCX
Sabato 2 novembre 2024 ha avuto luogo la penultima serata di Club To Club, un’istituzione ventennale per gli amanti della musica d’avanguardia. Nato nel 2002 dall’associazione culturale Xplosiva, il festival si svolge durante la settimana dell’arte torinese, proprio di fianco alla sede di Artissima; una scelta che, nel corso degli anni, ha permesso al Club To Club di consolidare un bacino di utenti sempre più definito. La prima settimana di novembre rappresenta infatti per la città di Torino un crocevia di appassionati di arte contemporanea e, in questo contesto, il festival diventa un headquarter internazionale, capace di attirare ascoltatori da ogni angolo del globo.
La serata di ieri, sold-out da qualche settimana, è stata preceduta dagli eventi collaterali tra Combo e il Teatro Regio. I dj-set, talk e workshop sul giornalismo musicale, intervallati dai set della locale Radio Banda Larga, hanno illuminato il pomeriggio torinese durante questi appuntamenti gratuiti.
Dalle 17:30 aprono al pubblico i cancelli di Lingotto Fiere, la venue che assieme alle OGR accoglie il pubblico per circa dodici ore di musica no stop. Come la sera precedente, anche ieri sera erano due gli spazi dedicati ai live: il Main Stage, che ospita i nomi più noti e, sostanzialmente, i musicisti con i loro strumenti; dall’altra parte, oltre al consueto corridoio con luci stroboscopiche, troviamo lo Stone Island Stage, pensato per i DJ-set da clubbing più sfrenato.
Spetta a Martin Pas, storico negozio di sintetizzatori torinese, il compito di scaldare la situazione con un set completamente analogico; successivamente, le luci si spengono, la gente si avvicina e i live cominciano. Il primo progetto a varcare il Main Stage è Mabe Fratti, cantante e violoncellista guatemalteca con base in Messico, accompagnata da Héctor Tosta alla chitarra elettrica e Hubert Zemler alla batteria. Mabe, già ospitata a Torino lo scorso anno dal festival Jazz is Dead, mescola elementi di musica classica, noise ed elettronica portando per lo più brani tratti da Sentir que no sabes, il suo ultimo album. La performance oscilla tra picchi di energia e momenti di grandissima intimità, davvero un’ottima scoperta.
Proseguendo sull’onda della sperimentazione e delle ambientazioni eteree, il prossimo nome è quello del polistrumentista londinese di origine caraibica Shabaka Hutchings, artista di punta del nuovo jazz britannico. Sul palco, è coadiuvato da quattro musicisti – tra cui due arpiste – e arricchisce la sua performance con sintetizzatori e tastiere. Tuttavia, il focus rimane sui fiati: brano dopo brano, Shabaka suona il clarinetto, il flauto traverso, lo shakuhachi — uno strumento di bambù giapponese — e lo svirel, presente in varie culture un tempo sotto l’ex Unione Sovietica. In una fusione di jazz, ritmi afro-caraibici e sonorità contemporanee, Shabaka ha ipnotizzato anche il pubblico più raver presente al C2C.
Un cambio di genere — e di mood — si presenta con i Mandy, Indiana: il quartetto di Manchester porta sul palco un post-rock intenso e inaspettato, la dose perfetta di energia per infiammare gli animi sottopalco. Visual in stile VHS, chitarre shoegaze e una batteria orientata alla techno accompagnano la voce in francese di Valentine Caulfield, una performer straordinaria. Audace e prorompente, ha sorpreso il pubblico scendendo tra la folla: con il cavo del microfono che si aggirava nel parterre, Valentine ha cantato e saltato in mezzo alla gente, infondendo a tutti un’immensa carica di energia.
Dalle 21:00 in poi, gli spazi del Lingotto sono sempre più affollati e iniziano le abituali vasche tra uno stage e l’altro. Così, si inaugura anche lo Stone Island con i beat di Billy Woods, rapper e produttore newyorkese. il suo flow coinvolge il pubblico, sempre più allucinato dai fasci di luce che circondano lo stage. In una corsa contro il tempo per non perdersi nulla, si torna al Main per sentire Sofia Kourtesis. La festa è davvero incominciata: le persone ballano sulle onde latin-house della producer peruviana con base a Berlino; anche lei domina il palco in modo sicuro e naturale. Si Te Portas Bonito e Madres, orecchiabili e vibranti, sono cantate dagli ascoltatori, sempre più immersi nel vivo della serata.
Tra un cambio palco e l’altro si passa di nuovo allo Stone per Jhon Glacier, la rapper londinese nota per l’intimità dei suoi testi, poi Sabala e XIII, producers fondatori della multiforme label Gang Of Ducks. La sarata continua e sul Main salgono i primi grandi nomi: Romy, cantante e chitarrista degli XX, ha presentato il suo album di debutto, Mid Air. Gli schermi al lato dello stage si accendono, invasi da visual e scritte colorate: il mood è un’alternarsi di momenti nostalgici e altri di pura spensieratezza. Enjoy Your Life e Strong, iconica traccia con Fread Again, riecheggiano tra le voci della gente: le mani al cielo, gli occhi chiusi a godersi a pieno la dancefloor per sentirsi sospesi, per vivere a pieno quel momento.
A proseguire con la scarica di adrenalina e presa bene ci pensano gli headliner della serata: è arrivato il momento dei Bicep. Il duo originario di Belfast, composto da Matt McBriar e Andy Ferguson, ha meravigliano il pubblico del Club To Club con il lancio di CHROMA. Il progetto si fonda sulla divulgazione di nuove releases discografiche e su un concetto rivoluzionario di spettacolo dal vivo: un ibrido tra Dj set e live. Per la prima volta nella serata, anche gli schermi presenti sul soffitto si sono accesi, creando così uno spazio circoscritto in cui la musica dei Bicep si trasforma in un’esperienza audiovisiva a 360 gradi. Le gente, sempre più in visibilio, si abbandona ai ritmi incalzanti dei bassi e ai fasci brillanti delle luci.
Giunti alle due di notte, le danze continuano ancora e l’hype del pubblico cresce, intento a interrogarsi su chi possa essere l’ospite segreto annunciato solo con un grosso punto interrogativo sulla line-up. Senza troppi indugi, il cambio palco avviene piuttosto velocemente: l’ultima esibizione sul main stage spetta ai Two Shell. Anche loro sono londinesi, appena due settimane fa hanno pubblicato il loro omonimo disco d’esordio. L’identità del duo breakbeat rimane ignota: hanno suonato mascherati e facendo scatenare ancora una volta la pista da ballo.
Contemporaneamente, allo Stone Island Stage si sono esibiti il losangelino Delroy Edwards – con il suo sound tra la techno e il lo-fi – e il colombiano Verraco, con i suoi bpm sempre più veloci. A questo punto, l’intera audience si sposta in massa al secondo palco, fremendo nell’attesa dell’ultimo artista. Se dopo le tante ore di ballo si comincia ad accusare la stanchezza, appena parte il set di A. G. CooK le energie ritornano in un batter d’occhio. ll fondatore della PC Music, nonché producer di artisti del calibro di Charli XCX e di Sophie, si è districato in un un set caleidoscopico, fondendo elettronica, pop e glitch, con transizioni rapide e sovrapposizioni. L’universo di sonorità hyper-pop di Cook ha dato vita a un’esplosione di movimento: il perfetto finale di una serata memorabile.
In conclusione, la serata di ieri ha sicuramente incarnato lo slogan di quest’anno, Living With The Gods, catturando l’essenza di un’esperienza condivisa che ci ha invitato a immergerci in un universo sensoriale, favorendo un legame sempre più profondo con la musica. Sebbene la proposta artistica eterogenea possa sollevare interrogativi sulla coerenza di genere degli artisti in scaletta, è proprio la volontà di superare i confini tradizionali che unisce i vari progetti in programma. Questa caratteristica distintiva rende Club To Club un evento all’avanguardia e una tappa imprescindibile per i curiosi di ogni tipo.
foto di Luca Morlino