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Salmo e Noyz Narcos insegnano l’arte del rap live, consapevoli di essere inimitabili

Il Flowers Festival 2024 parte col botto. Salmo e Noyz Narcos infiammano Collegno in una data di un tour che, come recita il titolo del loro album insieme, è già culto, di nome e di fatto


Dopo le prime due date a Fiera Milano Live e al Rock in Roma, HELLRAISERS, il tour di Salmo e Noyz Narcos, prosegue al Flowers Festival di Collegno (TO). Due dei pilastri del rap italiano portano dal vivo il loro joint album CVLT, uscito a novembre 2023 – e a maggio di quest’anno ampliato con la deluxe edition Hellraisers.

Ciò che ha reso i due artisti di Olbia e di Roma delle icone del rap è la capacità di ampliare le possibilità di questo genere musicale, creando un immaginario unico attorno alle loro figure di rapper; quello hardcore di Salmo e quello horrorcore di Noyz. Mescolare due stili così potenti non può che portare a un live energico e adrenalinico, in cui per il pubblico gli imperativi sono muovere le mani a tempo, saltare e rompersi il collo a suon di headbanging.

Varcate le porte del festival che da anni caratterizza l’estate concertistica torinese, il dj set d’apertura di Mastafive anticipa a cosa si andrà incontro: un live di puro rap. O, se si vuole essere più espliciti, a una serie di laceranti bastonate in faccia che manco in un film slasher, cinema tanto caro alla poetica di Salmo e Noyz. Le atmosfere tetre della scenografia ricordano quelle del cortometraggio girato col maestro Dario Argento per promuovere il disco. Da un cancello arrugginito escono i due artisti.

La scaletta parte col botto con alcuni dei brani più potenti contenuti in CVLT – da Anthem a Cringe, da Hellraisers a Incubi – e coi pezzi solisti di uno in collaborazione con l’altro – Ghigliottina e Mic Check, quest’ultimo ormai un must nella discografia di Noyz –. Sul palco anche i dj Gengis e Damianito, assoluti coprotagonisti specialmente con il loro intermezzo turntablism pregno di scratch a metà show. Le console decorate con dei grossi barili li fanno sembrare i due percussionisti degli Slipknot. Da sottolineare anche la costante presenza di due videomaker, che offrono delle ottime riprese per il mega schermo sulla destra. E la regia è quella di un film, tra split screen ed effetti speciali di grande impatto.

Salmo domina la Black City. Come il Russell Crowe della sua hit, conquista la folla, che lo segue, si gasa e salta al drop di Brujeria. Il pubblico canta a squarciagola le parti dei featuring assenti sul palco, dalla strofa di Marracash in Respira al ritornello di Lazza in Hotline; è completamente dipendente dai movimenti, dalle parole e dal carisma di entrambi i rapper. La fotta è contagiosa.

Non mancano brani dei rispettivi repertori solisti. Noyz canta My Love Song su una panchina. L’attacco del macigno Drag You to Hell e il modo in cui i dj introducono i beat di Attica e Zoo De Roma fanno impazzire il pubblico, specialmente la vecchia guardia che inneggia al TruceKlan, collettivo romano con cui il rapper è nato. Ma Salmo avverte: le parole vietate sono TruceKlan e Machete. Ora si esulta al grido del Culto. Non manca però la devastante Verano Zombie, pezzo cult del rap capitolino, scritta in collaborazione con alcuni dei membri del TruceKlan. Dei brani solisti spesso vengono cantate solo la prima strofa e il ritornello, questo rende il live ancora più snello, denso di tracce e dinamico. Per quanto riguarda Salmo, il suo classico S.A.L.M.O. è intonato da una cabina telefonica, creando un mash-up perfetto con 1984. Emozionante l’intima La prima volta, tutta a cappella.

HELLRAISERS è una lezione di rap dal vivo che non ha allievi e forse non avrà eredi di alcun tipo. È uno show di altissimo livello. A un certo punto Salmo prende il cellulare e assieme a Gengis crea sul momento una base su cui Noyz può sputare qualche rima. Per il resto, i due gestiscono le proprie energie e il flusso della scaletta con l’esperienza dei veterani. Si accompagnano, scherzano col pubblico, lo perculano bonariamente – chi li conosce sa che sono fatti così –, si pavoneggiano riflettendo sul loro essere fondamentalmente tra i migliori a fare questa roba. Ed è molto difficile non essere d’accordo con loro. Ha ragione Noyz quando afferma che «sta roba nun è che se vede tutti i giorni». L’emozione di Salmo nell’esprimere la più sincera stima e gratitudine verso il collega, dalla cui musica è stato cresciuto, sembra la ciliegina sulla torta dell’intera esibizione.

Nonostante l’attitudine truce e hardcore, Salmo afferma che l’unica soluzione per combattere le brutture di questo mondo è l’amore. Ma a volte anche l’odio ha la sua importanza. È l’indivia la vera bestia, come aggiunge Noyz: così i due introducono la bellissima L’odio, prima che le luci si spengano.

«Se non metti l’ultima, noi non ce ne andiamo», grida la folla, ovviamente. Ed eccola, l’ultima… anzi, le ultime: 90 Min, che Salmo solitamente utilizza come traccia d’apertura dei suoi concerti; Non dormire, title track del primo album di Noyz, che dopo 19 anni conserva ancora quella cattiveria senza pari. La fine è il pezzo che chiude CVLT e, come da titolo, degno vero finale di questa prima data del Flowers Festival, a cura di due mostri sacri ai quali la musica italiana deve molto in termini di qualità discografica e di live. A detta di Salmo, del resto, quest’ultimo aspetto è la vera conferma del valore di un artista.

 

foto di Antonio Pio Roseti

Marco Nassisi

Per me scrivere di musica vuol dire trovare una scusa per ascoltarne tanta, scoprirne di nuova e fare un po' d'ordine nella testa.

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