Venti minuti per mettersi a nudo e regalarsi un disco pieno di emozioni: Sandri è il cantautore senza tempo di cui abbiamo bisogno
Sandri è il progetto artistico di Michele Alessandri, cantautore cesenate. Nel 2022 esordisce con Opet – il suo primo disco autoprodotto – e qualche settimana fa, per Pioggia Rossa Dischi, esce Esposizione. Sono sei le tracce che compongono l’EP, in un ossimoro tra rabbia e amore: dalle ballate blues alle chitarre distorte il cantautore si mette a nudo o, come ci suggerisce il titolo, si espone, anche e soprattutto nelle sue fragilità.
I secondi dischi sono più complessi dei primi: se con il primo un artista si fa conoscere, solo con il secondo è possibile consolidare la propria identità, e per Sandri è stato così. Già dai primi minuti si percepisce la professionalità del progetto, sia a livello sonoro che dalla matura scrittura dell’autore, sulla stessa lunghezza d’onda dei grandi cantautori italiani come Graziani o Battisti. Il lavoro si apre con Chi spaccia il blues, nel quale la profonda voce di Michele è accompagnata dalla sua riconoscibile chitarra acustica, seguita poi dall’apertura di un quartetto d’archi; a seguire Oh no, la traccia di punta del disco: il riff di chitarra lento è susseguito da intervalli nervosi, le sonorità ricordano i Verdena mentre l’immaginario si può accostare alle atmosfere del primo Iosonouncane. In Muraglione, la chitarra delicata si contrappone alla voce graffiante, per una ballad romantica e struggente. Giunti a metà dell’ascolto, Quasi noi (o nessuno) subentra con un ritmo più incalzante rispetto ai brani precedenti e con dei testi che, grazie a metafore e personificazioni, ci mostrano in modo nitido la storia che stiamo ascoltando. Dopo Senso del gol, che non parla di calcio ma di come questo si sia radicato nel linguaggio comune, arriviamo all’ultima traccia, Tassista: un linguaggio intimo e diretto racconta la fine di un’amore, in cui il rancore lascia il posto al genuino desiderio del meglio per l’altra persona.
Sandri e la sua band hanno realizzato un disco di alto livello, con sonorità ricercate e un immaginario ben definito non solo dalla musica, ma anche dal supporto visivo della copertina: il corpo nudo del cantautore, leggermente rannicchiato, si mostra senza far rumore, quando il rumore in realtà è tutt’altro che poco. Esposizione è un lavoro che ti arriva, a tratti come una carezza, altre volte come un pugno nello stomaco; emozionante e vero, da ascoltare e riascoltare.