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Margherita Vicario splende tra le montagne di Borgate dal Vivo

svg15 September 2024LiveRecensionipaolo albera

Come potremmo definire oggi Margherita Vicario: cantautrice, attrice o regista? Per fortuna non dobbiamo scegliere, perché nel concerto a Susa l’artista romana ha fatto brillare tutti i suoi talenti: la creatività nella scrittura di canzoni, l’autenticità nella connessione con il pubblico, la felice ispirazione nello scrivere e dirigere un film (Gloria!) che ha riscosso consensi unanimi. La colonna sonora, alcune cover e i suoi successi sono stati al centro del concerto con l’orchestra Corelli, culmine dell’estate della rassegna Borgate dal Vivo


I concerti di Margherita Vicario sono pura vita. Accolgono in un unico abbraccio giovani e adulti, bambini e anziani, persone di qualunque genere, origine o abitudini d’ascolto. Non è solo una questione di canzoni o di qualità interpretativa, ma anche di innata energia e spontaneità di un’artista nata per stare su un palco, autentica lì sopra come te la puoi immaginare in tutti i giorni della vita. In un’ora e mezza ti trasforma: entri col grugno dei pensieri che ti attanagliano nel tuo piccolo mondo, ed esci con occhi luminosi e grandi come quando sogni, viaggi o ti innamori. 

Oltre alla musica, nella sua vita c’è il cinema. La carriera di attrice è sempre continuata parallelamente a quella di cantautrice, e chissà se tra il grande pubblico Mediaset della serie I Cesaroni c’è qualcuno che è passato dal vederla in tv ad ammirarla in concerto. Nell’ultimo anno ha cominciato anche la carriera da regista, scrivendo e dirigendo il suo primo film, Gloria!, pellicola dedicata alla musica: è la storia di una domestica che lavora in un istituto musicale per educande, in un mondo settecentesco misconosciuto fatto di musiciste che, chiuse in conventi e orfanotrofi, hanno coltivato l’arte della composizione, del canto o della tecnica strumentale senza mai trovare una via di sbocco per affermare le loro capacità. 

La colonna sonora del film è diventata uno splendido spettacolo dal vivo. Accompagnata dall’Orchestra Corelli di Ravenna, Margherita Vicario regala un vestito nuovo  a diversi suoi brani e dà spazio ai musicisti per proporre brani significativi tratti dal film: tra questi, il Quartetto in Si bemolle maggiore di Maddalena Laura Sirmen, compositrice del Settecento che riuscì ad affermarsi, ma soltanto in seguito al matrimonio con un musicista, e il Concerto per due violini in La minore di Antonio Vivaldi, che per la realizzazione delle sue partiture si avvaleva della collaborazione con le più talentuose e selezionate musiciste degli orfanotrofi.

Aria!, il brano originale che conclude la colonna sonora, è l’apertura della scaletta del concerto all’Anfiteatro Romano di Susa, luogo scenografico dell’antica Segusium, location di questa e altre serate della rassegna Borgate dal Vivo. Margherita sale sul palco in abito rosso, occhiali scuri tenuti solo per il primo pezzo, e una grintosa energia che non ti aspetti da una cantante che rivela di essere stata colta dal primo malanno di stagione («ho preso la Tachipirina 3000, mi verrà un infarto!» scherza). La scaletta va a scavare fino ai tempi degli esordi: ripropone Castagne, che fu la prima canzone su cui lavorò appena giunta a Torino, prima insieme a Bianco e poi con il suo attuale producer Dade, entrambi presenti in prima fila e più volte ringraziati durante il concerto. 

Per l’occasione, il repertorio si amplia con le reinterpretazioni di Questo corpo de La Rappresentante di Lista (brano presente nel film, la cantante Veronica Lucchesi è nel cast) e La cattiva educazione di Vinicio Capossela (nona delle Tredici canzoni urgenti dell’album del cantautore). Non mancano i pezzi più noti, come Mandela, che il pubblico sa a memoria, storia di un immigrato che dopo mille viaggi viene a vivere e morire in Padania. Su Abaué (morte di un trap boy) è impossibile stare seduti nei posti numerati: fan di ogni età rompono le righe e vengono a ballare sotto il palco. Pincio è il pezzo con cui Margherita Vicario saluta il pubblico: il coro finale ti resta nelle orecchie, non riesci più a scrollarlo dalla testa e riverbera a lungo le emozioni di un evento fuori dall’ordinario in un luogo inedito. 

Appena finisce il concerto e il cielo terso volge alla blue hour – piccolo particolare: l’orario di inizio alle 18 è insolito, ma dato il freddo anomalo è provvidenziale – si conclude la stagione 2024 di Borgate Dal Vivo. Anche quest’anno la rassegna ha portato nei borghi più periferici, spesso in Val di Susa, spettacoli di alta qualità che danno nuovo valore agli spazi che li ospitano, e che a loro volta mettono in luce proposte culturali che trovano finalmente nuove vie oltre a quelle urbane e metropolitane. 

Tra gli artisti che hanno contraddistinto questa edizione, oltre a Margherita Vicario, anche Jack Savoretti, Giò Evan, Federico Sacchi Musicteller, Daniele Silvestri protagonista di un “concerto in quota” a 1800 m s.l.m. Non sono mancati ospiti di richiamo tra cultura, letteratura e teatro: Domenico Iannaccone, Aldo Cazzullo, Moni Ovadia, Gabriella Greison, Fabio Celenza, Guido Catalano e molti altri. Finita questa edizione e finita l’estate, lo staff si prepara per la nuova programmazione: il direttore artistico Alberto Milesi dà appuntamento al prossimo anno con un grande evento proprio a Susa: sarà l’edizione numero 10. 

 

foto Edoardo Pivi  (Borgate Dal Vivo)

Paolo Albera

Scrivo di musica per chi non legge di musica.

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