Loading

Mac Miller: Balloonerism e il dilemma dei dischi postumi

Mac Miller, talento poliedrico del rap, viene celebrato con Balloonerism, un disco postumo che emoziona ma lascia interrogativi. È giusto pubblicare tracce incomplete di un artista? L’opera offre spunti toccanti, ma il rispetto per l’integrità della sua visione resta un tema aperto


Mac Miller, all’anagrafe Malcolm James McCormick, è stato uno degli artisti più innovativi e poliedrici della scena musicale contemporanea. Nato il 19 gennaio 1992 a Pittsburgh, ha iniziato la sua carriera giovanissimo, facendosi conoscere per la sua capacità di fondere rap, jazz, soul e introspezione lirica. Nel corso della sua breve ma intensa carriera, Mac ha pubblicato album che hanno segnato il panorama musicale: a partire da K.I.D.S. (2010) in cui compare la traccia The Spins, una delle più iconiche e impossibili da dimenticare; Watching Movies with the Sound Off (2013) è invece il disco che ha mostrato la sua maturazione artistica e la sua inclinazione sperimentale; The Divine Feminine (2016) poi, è un’opera intima e melodica, con forti influenze soul in cui compare un featuring con Ariana Grande, allora sua fidanzata; per finire poi con  Swimming (2018) l’ultimo album pubblicato in vita, che raccontava il percorso di accettazione e guarigione dell’artista. Dopo la sua tragica scomparsa nel 2018, sono stati pubblicati diversi lavori postumi tra cui spiccano Circles (2020) – completato dal produttore Jon Brion – e I Love Life, Thank You (2023), una raccolta di inediti e rarità.

Balloonerism è un disco che cerca di ricostruire un’idea artistica mai completata. Le tracce, che spaziano tra rap sperimentale, melodie eteree e testi profondi, riflettono la complessità di Mac Miller come artista. Canzoni come Do you have a Destination? e Friendly Hallucinations evidenziano la sua capacità di fondere emozione e tecnica, oltre che incastrare perfettamente musicalità jazz a ritmi più rap, mentre brani più grezzi, come Stoned, sembrano richiamare appunti musicali più che opere finite. Personalmente, la traccia in cui ho riconosciuto di più il cantante è Funny Papers, la quale si distingue per il sound rilassato che nasconde però un significato potente: Mac, noto per la sua abilità nell’affrontare temi complessi con un linguaggio diretto ma poetico, in questa canzone riflettere su temi di crescita personale, lotta interiore e, forse, una certa nostalgia per tempi più semplici.

L’aspetto più affascinante di Balloonerism è proprio questa frammentarietà con cui offre uno sguardo nel processo creativo di Mac, ma lascia anche il dubbio su cosa avrebbe scelto di includere o scartare. È un disco che emoziona, ma che solleva interrogativi sull’etica e sulla volontà artistica dietro la sua pubblicazione.

La pubblicazione di dischi postumi è sempre un terreno scivoloso. Da un lato offre ai fan l’opportunità di scoprire nuovi aspetti dell’artista che amano; dall’altro, rischia di tradire la visione dell’artista stesso. Nel caso di Mac Miller, la sua musica è sempre stata profondamente personale e curata nei dettagli. Dischi come Circles, che era già in fase avanzata di produzione, sembrano rispettare la sua visione. Ma Balloonerism, composto prevalentemente da demo e tracce incomplete, apre una discussione più complessa. Quanto di ciò che ascoltiamo è realmente ciò che Mac avrebbe voluto pubblicare?

In molti casi, il rischio è che i dischi postumi diventino operazioni commerciali più che celebrazioni artistiche. Gli archivi musicali di un artista spesso contengono brani che non erano destinati al pubblico, ma erano parte di un processo creativo privato. Pubblicarli senza il loro consenso può trasformare l’arte in un prodotto, privandola della sua autenticità. Mac Miller è stato un’artista che ha sempre avuto il pieno controllo della sua musica, esplorando temi di vulnerabilità, amore e lotta personale con sincerità unica. Balloonerism, pur essendo un ascolto affascinante, lascia un senso di incompiutezza e di malinconia. È un disco che permette di avvicinarsi ancora di più al mondo di Mac, ma al costo di sollevare domande sul rispetto della sua eredità artistica.

La memoria di un artista come Mac merita rispetto e cura, perché la sua musica non era solo un prodotto, ma un riflesso autentico della sua anima. E forse, in questo riflesso, ci sono pezzi che avrebbero dovuto rimanere solo suoi.

Ludovica Monte

Anche detta Fragola Brutale, classe 1996, romana fino al midollo. Sul comodino ho il Manifesto Anarchico da leggere come favola della buona notte e nel portafoglio un santino di GG Allin. Amo andare ai concerti, stare ore in libreria, scrivere ed essere polemica. Il mio film preferito è La Haine.

Loading
svg
Navigazione Rapida
  • 01

    Mac Miller: Balloonerism e il dilemma dei dischi postumi