Un emozionante viaggio nel tempo e nello spazio, che ci restituisce i suoni e le parole di un mondo attuale e allucinato
A tre anni dall’ultima uscita con Mentale Strumentale, i Subsonica tornano con la loro cifra stilistica fatta di mix musicali e arrangiamenti ricercati. Gli anni Venti che stiamo affrontando sono motivo di dibattito perenne, che ci restituisce un quadro particolare del modo in cui viviamo. Realtà Aumentata, come quasi tutta la discografia della band, riflette su fino a che punto siamo arrivati, dove possiamo arrivare e dove finiremo.
Sulla copertina dell’album, creata dal visual artist Marino Capitanio, un astronauta steampunk è immerso in un ambiente rurale, di cui forse scoprirà le ricchezze ma anche le nefandezze. E’ un mondo nuovo da ascoltare quello dei Subsonica, attraverso un viaggio nello spazio che non esclude la riscoperta di noi stessi e del nostro passato.
L’album apre con Cani Umani, che dalla composizione iniziale ricorda molto l’elettronica dei Nine Inch Nails per poi sfociare nel rock puro. Il titolo è un ossimoro potente: racconta un mondo futuro dove la tecnologia è la religione dominante, e tutte quelle passate sono ormai «vangelo di infelicità»; Pugno di Sabbia è forse testualmente la più potente: in questo mondo che si rifugia nel passato, la protesta per un futuro migliore è un gesto inutile. Universo è una dolce pausa: con quegli archetti iniziali che ricordano Vivaldi, la traccia suggerisce un punto di vista dall’alto, più contemplativo e romantico, del pianeta Terra. Scoppia la Bolla, che vede il feat di altri due artisti come Willy Peyote ed Ensi: un inno alle generazioni social, soprattutto Millennial e Zoomer «che fanno a gara per chi luccica ma poi nessuno brilla». L’album scorre leggero fino a Vitiligine, una ballata stile unplugged di MTV che ci sprona a superare qualsiasi ostacolo che inaspettatamente ferma la nostra vita. Adagio, che fa da colonna sonora all’ultimo film omonimo di Stefano Sollima, è il pezzo migliore per la chiusura di questa danza: i Radiohead di Ok Computer risuonano in tutta la traccia, ed è uno «scendere adagio», un ritorno a casa da un viaggio inaspettato ma illuminante.
L’ascolto di Realtà Aumentata rincuora e riempie quel vuoto emotivo lasciato dalle hit radio, dandoci così spunti di riflessione e di risveglio sociale. Complice non solo una ricerca musicale intelligente, che respira e prende molto dalle sonorità internazionali, ma anche una scrittura accurata, che riesce a ricreare un’idea in pochissime parole. E’ un concept album che al suo interno racchiude mille messaggi per diverse situazioni. Un’enciclopedia sul vivere e sul morire.