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I Tamango ad ASSP: la potenza dell’unico nella collettività

In chiusura di questa edizione del festival Anti Social Social Park – al Parco Enrico Fiumi di Volterra – Masamasa ci fa ridere e ballare, mentre i Tamango mostrano ancora una volta la forza e l’originalità delle loro performance, portando sul palco la rivoluzione


Anti Social Social Park nasce nel 2020 dalla volontà di alcuni giovani di reinventare un luogo della quotidianità, rendendolo uno spazio culturale creativo e di dialogo. Ben presto il festival diventa l’espressione musicale di una generazione che vuole connettersi, ascoltare e scoprire.

Entrare ad ASSP è come stare in famiglia, come arrivare a una serata con gli amici anche se non conosci nessuno. Tra bancarelle di vestiti e libri usati, merchandising e bevute in compagnia, la gente si rilassa seduta sull’erba ma un bel gruppo inizia già a radunarsi sotto il palco.
Ad aprire la serata è Jänni, artista toscano che fa parte del gruppo PUNTOGANGPUNTO e del collettivo Fontanella EmpireAmore e amicizia sono al centro dei suoi brani, che partono da sonorità rap e trap per poi portare sul palco una band che lo accompagna fino alla fine della sua performance. Jänni è a casa sua e si vede, si diverte e mette tutti nel giusto mood per la serata.

Segue Masamasa, definizione vivente di “presabbene”, con un trio eccezionale di musicisti che rende impossibile non muoversi al ritmo delle congas di Luigi Merola. Masamasa (Federico De Nicola) lascia infatti spazio anche agli altri musicisti, tra cui Pasquale Ricciardi alla tastiera e Daniele Gentile al basso. Il cantante ci trasporta prima a Napoli poi a Milano con una voce elegante, romantica e amichevole, esattamente come la sua personalità, che intrattiene e coinvolge il pubblico. I suoni ballabili delle sue canzoni richiamano la Campania, sua terra natale, ma le influenze sono estremamente varie, dal cantautorato al rap, mentre Che vita in versione live diventa quasi una samba. Il pubblico si è così affezionato che non lo lascia andare via e continua a cantare in loop «Il primo bacio a Napoli», finché Masamasa non lascia il palco.

Quando finalmente arriva il momento fatidico, la batteria accompagna l’ingresso del gruppo e il pubblico in attesa esplode dall’euforia. L’energia è contagiosa e le aspettative sono alte: i Tamango  ampio collettivo formato inizialmente solo dai torinesi Marcello, Federico e Alberto  hanno guadagnato una grande popolarità andando virali su TikTok, ma hanno dimostrato che loro non sono “quelli de Il cielo sopra Berlino”: sono quelli dei concerti live. Questa tappa a Volterra, però, non fa parte del tour negli stadi denominato Rampallonata, per cui lo spettacolo è più contenuto. Nessun problema: lo stile, la musica e la presenza scenica di questo gruppo farebbe bastare una canzone sola per un concerto intero.

I Tamango sono uno e sono mille: sono Federico che viene lasciato solo sul palco con la sua tastiera, illuminato mentre canta le prime strofe di Maladie d’amour finché non viene raggiunto da Marcello, che termina la canzone in piedi sulla barriera che lo divide dal pubblico; sono l’improvvisazione al sax di Dario, ma anche i monologhi di Antonio. Sono un numero fluido di artisti che si alternano e si fondono. Sul palco, ognuno sa prendersi il proprio spazio esattamente nella giusta misura, mescolandosi perfettamente. 
Ogni artista regala la propria sensibilità e unicità, che nell’insieme genera una potenza straordinaria e diventa collettività, condivisione, comunità. Novità, o meglio, Rivoluzione. È esattamente questa l’energia che ha dato vita ad ASSP, un gruppo di giovani che sentiva la necessità di esprimersi, di condividere e di discutere. A chiudere la serata sono i Fontanella Empire – collettivo nato nel 2021 e sviluppatosi principalmente negli ultimi due anni – con un dj set rigorosamente di vinili, che passa dal cantautorato al rap, dall’indie alla trap.

Ciò che resta alla fine di questa serata è un sentimento misto di adrenalina e ammirazione. È la certezza che questa generazione ha dentro di sé qualcosa di unico e potente. Un fatto, questo, espresso al meglio anche attraverso il lavoro svolto per l’organizzazione di questo festival. Un evento completo, votato alla musica e all’arte, che non potrebbe dare più soddisfazione.

Cecilia Bocchi

Musicista classica ma ascolto solo i Red Hot Chili Peppers. Scrivo per non impazzire.

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