Fuga, distopia e musica elettronica: Astro-Darien di Kode9 è un viaggio sonoro e visivo che intreccia storia scozzese, politica e fantascienza. Presentato da Almare e da Seeyousound Festival, il fondatore di Hyperdub ha portato Escapology Live al Cinema Massimo di Torino, una performance che fonde questi elementi in un’esperienza tra musica, immagini e gaming. Qui l’intervista per approfondire visioni e ispirazioni dietro il progetto
Premi start. Lo schermo diventa nero, poi un bagliore: sei dentro una navicella che sfreccia sopra le Highlands scozzesi. Il paesaggio è desolato, una voce sintetica ti guida. Devi fuggire. Non sulla Terra, ma nello spazio. Perché il Regno Unito è crollato, le sue macerie si estendono a perdita d’occhio. Se non parti ora, non partirai mai.
Non è Fallout e nemmeno Elysium: questo è Astro-Darien, l’universo distopico post-apocalittico creato dal produttore scozzese Steve Goodman, a.k.a. Kode9, in cui la musica elettronica traccia una narrazione di fuga e sopravvivenza.
In ventisei minuti, questa sci-fiction sonora intreccia passato e futuro: dal disastroso Schema di Darien del XVII secolo, che decretò la fine dell’indipendenza scozzese con l’atto di annessione all’Inghilterra, alla contemporanea disgregazione del Regno Unito. L’indipendenza viene vista come un’esercitazione, una fuga disperata attraverso cosmodromi situati nelle isole settentrionali della Scozia. Si tratta di una vera e propria simulazione geopolitica, frutto di uno sviluppatore di una casa di sviluppo fittizia che, nel tentativo di cancellare il fallimentare tentativo di colonizzare Panama, modella un contro-futuro alimentando il motore di gioco con algoritmi basati su Brexit, colonialismo e distopia post-imperiale.
Metabolizzando il cosmismo e l’inscindibile relazione tra colonialismo e razzismo, il gioco culmina nella fuga da un mondo al collasso verso l’habitat orbitale Astro-Darien. Da un cuore di tenebra caledoniano a una Supernova Scozia.
Nato come saggio sonoro per l’Acousmonium del INA-GRM – Groupe de Recherches Musicales di Parigi, il progetto è partito nel 2021 come installazione visual e audio ai Corsica Studios e, negli anni, si è evoluto in una performance in cui Kode9 manipola dal vivo i suoni tratti dall’album Escapology.
I temi politici e sociali non sono una novità per Goodman, che è anche autore del saggio Sonic Warfare: Sound, Affect, and the Ecology of Fea, pubblicato in Italia con il titolo Guerra Sonora da Nero Editions. Il saggio, che esplora il lato oscuro delle frequenze – dalle bombe sonore usate come arma in Palestina e Libano, alle strategie psicoacustiche della pubblicità e della politica – è un monito sul potere del suono, nel male e nel bene.
Kode9 è più di un produttore: è un ricercatore, un filosofo, uno che negli anni Novanta ha studiato afrofuturismo, postmodernismo e cultura digitale alla Cybernetic Culture Research Unit con Sadie Plant, Mark Fisher e Nick Land.
Nel 2004 ha fondato Hyperdub, la label che ha dato una casa a Burial, DJ Rashad e Jessy Lanza, per citare qualche nome.
Presentato da Almare in occasione del Seeyousound Festival, Goodman ha portato Astro-Darién a Torino, catapultando il pubblico in un live che mescola musica elettronica, visual e gaming. Ne abbiamo approfittato per rivolgergli alcune domande.
Hai presentato Escapology Live al Seeyousound Festival: che tipo di esperienza volevi creare per il pubblico?
Beh, non è un film, non è un videogioco, non è un set da club, non è musica ambient, ma contiene elementi di tutte queste cose. Ho presentato questo set davanti a una platea solo tre o quattro volte. L’obiettivo è creare un’esperienza nell’interzona tra tutti questi linguaggi, tra musica e media. In alcuni momenti sullo schermo appare del testo, in altri si tratta di una corsa ad alta velocità attraverso una colonia spaziale o strade di montagna nelle Highlands scozzesi. A volte ci si trova dentro la mente dell’IA del motore di gioco, altre volte si osserva dalla prospettiva di un drone che sorvola la giungla del Darien o dei cosmodromi in costruzione nelle isole settentrionali del Regno Unito, e così via. L’intero progetto Astro-Darien/Escapology è stato un esperimento di fantascienza che attraversa musica elettroacustica, musica da club, saggi sonori, gaming e cinema, e spero che continui a mutare in una forma transmediale.
In Astro-Darien usi una narrazione distopica per riflettere sulla storia e sulla società. Quali eventi del mondo reale hanno ispirato questo progetto?
Eventi recenti come la campagna per l’indipendenza della Scozia, la Brexit e la pandemia. Tutti questi temi vengono sviscerati attraverso la lente di un videogioco ambientato in uno scenario post-apocalittico, in cui l’obiettivo è fuggire dal Regno Unito attraverso cosmodromi situati nel nord della Scozia per raggiungere una colonia spaziale orbitante. Ma il progetto è anche influenzato da un evento storico: il disastroso Darien Scheme, ovvero il tentativo della Scozia di colonizzare una parte dell’attuale Panama negli anni ‘90 del Seicento. Il fallimento di questa impresa contribuì all’Atto di Unione del 1707, che portò alla nascita del Regno Unito. Quindi Astro-Darien esplora un periodo storico che va dall’inizio fino alla possibile fine del Regno Unito.
Dal 2004, Hyperdub è diventata una delle etichette underground più influenti del Regno Unito. Cosa ti ha ispirato quando l’hai fondata? La tua visione è cambiata nel tempo?
Dal 2001 al 2003, Hyperdub era una webzine che esplorava l’influenza della musica giamaicana sulla musica elettronica da club britannica. Nel 2004 ho fondato l’etichetta semplicemente per pubblicare la mia musica. All’epoca facevamo parte di una scena londinese che comprendeva dark garage, i primi suoni dubstep e grime, ed eravamo trascinati da questi movimenti collettivi mentre diventavano sempre più popolari. Da allora il panorama musicale è cambiato molto: oggi lavoriamo con un’ampia varietà di artisti e sia l’etichetta che l’industria musicale in generale hanno attraversato diverse transizioni. È sicuramente più difficile definire una visione univoca per l’etichetta in questo momento, visto che spaziamo tra molti generi diversi.
Hai portato la tua musica in tutto il mondo. Cosa ti ha colpito della scena elettronica di Torino?
Ho suonato molte volte al C2C Festival, quindi il mio legame con Torino, dal punto di vista musicale, è filtrato principalmente attraverso il supporto che il festival mi ha dato negli anni. Come etichetta, abbiamo anche collaborato con il talentuoso artista torinese Mana. È raro per me visitare Torino al di fuori di C2C, quindi non posso dire molto sulla scena locale. Proprio per questo ho apprezzato presentare Escapology Live qui di recente, perché mi ha permesso di avere uno sguardo su ciò che sta succedendo in città. So anche che Almare sta organizzando eventi interessanti.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? So che sarai al primo C2C Festival a New York. Ci sono altre collaborazioni o lavori futuri che ti entusiasmano?
Sarò in tour in Asia ad aprile e negli Stati Uniti a maggio, dove suonerò alla prima edizione del C2C Festival a New York. Oltre a questo, ho alcuni progetti e collaborazioni in cantiere per quest’anno, ma sono ancora in fase di sviluppo.