La musica svolge un importante ruolo a livello sociale, soprattutto nei giovani. Parla loro, facilitando il processo di crescita e amplificandone i pensieri e i sentimenti
La musica consente alle persone di sentirsi parte di un gruppo rafforzando la differenza ingroup-outgroup. I legami inter-gruppali, in questo modo, si fortificano e le differenze percepite con le persone al di fuori del gruppo aumentano. Le preferenze musicali sembrano così orientare la costruzione dei legami amicali tra coetanei e il genere musicale che si condivide con i propri pari finisce per diventare parte del nostro senso di identità.
«Per me la musica è il colore. Non il dipinto. La mia musica mi permette di dipingere me stesso» – David Bowie
La musica, infatti, favorisce il processo di individualizzazione in quanto aiuta la formazione della propria identità. Inoltre, una delle sue caratteristiche fondamentali è proprio il fatto di differire da quella che ascoltano i propri adulti di riferimento. Affinché la crescita avvenga, la musica deve essere un luogo da cui gli adulti sono esclusi, un luogo di protezione e salvezza per i giovani, una sorta di rifugio per ciò che sono e ciò che provano. La musica permette, così, di essere se stessi, senza dover dare spiegazioni di nessun tipo e senza dover rendere conto a nessuno: è il mezzo attraverso cui si può essere chi si desidera essere e sentire chi si è davvero, con chi si vuole.
Attraverso la musica si condividono anche sentimenti ed emozioni. La mente si libera da inquietudini e angosce quotidiane e ci si lascia trasportare nella dimensione dell’immaginario e del sogno, in una realtà “virtuale” consolatrice e accogliente.
«A volte nella musica si trovano le risposte che cerchi, quasi senza cercarle. E anche se non le trovi, almeno trovi quegli stessi sentimenti che stai provando. Qualcun altro li ha provati. Non ti senti solo. Tristezza, solitudine, rabbia» – Alessandro D’Avenia
La musica permette di confrontarsi con le proprie emozioni. Emozioni che spesso sono ancora sconosciute e che non si riescono ad affrontare né raccontare agli altri, poiché nemmeno a noi stessi sembrano chiare. La musica parla direttamente agli adolescenti e in qualche modo parla per loro, dando voce ai loro pensieri e alle loro paure. Li aiuta a fare chiarezza all’interno del proprio mondo, cercando di rassicurarli e tranquillizzarli.
«Finché ci saranno ragazzi che avranno bisogno di sfogare la loro rabbia, l’heavy metal sopravviverà» – Ozzy Osbourne
Ma ascoltare musica è anche un modo per estraniarsi dal mondo concentrandosi su se stessi e sui propri stati d’animo. Ci si rispecchia nei testi delle canzoni, si ritrovano i propri sentimenti e questo da un lato ci fa sentire meno soli, poiché si apprende che altre persone provano le stesse cose che proviamo noi; dall’altro lato, ci consente di guardare quella stessa situazione dall’esterno, attraverso un altro punto di vista.
«La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori» – Johann Sebastian Bach
In adolescenza ci si trova a fronteggiare per la prima volta la domanda sul significato della vita. La faticosa ricerca del proprio posto nel mondo, del senso della propria esistenza. L’adolescente, in questa situazione, spesso cerca delle risposte nella musica. Ascoltare una canzone che ci piace fa sì che il nostro organismo rilasci dopamina, l’ormone del piacere, che allieta il nostro cervello con un senso di felicità e appagamento. Questo consente di trasportarci in una sorta di zona protetta dove ci sentiamo sicuri e possiamo staccare dalle problematiche che dobbiamo affrontare quotidianamente.
Inoltre, la musica espone i giovani a diverse prospettive, ampliando la loro comprensione del mondo e favorendone l’apertura mentale. Le canzoni spesso trasmettono messaggi e valori che possono influenzare le opinioni e i comportamenti degli adolescenti su temi come l’amore, l’amicizia, la giustizia sociale e la politica.
Tema molto attuale è il ragionamento sui testi delle canzoni che sembrano “inneggiare” alla violenza, come per esempio i pezzi metal.
«Molte delle canzoni vengono male interpretate […]. Non ci si uccide per una canzone. I problemi sono ben altri. L’Heavy Metal e il rock’n’roll in generale sono musiche fatte per divertire, per far star bene chi ascolta, per dare nuova energia» – Alice Cooper
Non è così. Chiaramente, affrontare determinate tematiche nei testi delle canzoni aiuta proprio a “sublimare” l’impulso di eseguire alcune azioni nella realtà.
Proprio su questo, però, vertono spesso le preoccupazioni dei genitori, che a fatica riconoscono alla musica dei loro figli il potere di esercitare una qualsiasi influenza positiva. Sarebbe invece utile soffermarsi ad ascoltare quella musica, le parole di quelle canzoni, considerandole come un messaggio che i ragazzi mandano agli adulti, un tentativo di comunicare loro qualcosa che non si riesce a comunicare in altro modo. Spesso quelle canzoni sono mezzi per veicolare dichiarazioni di un certo spessore, denunce sul mondo e su quello che non va nella società.
Problematiche che sono sentite e che preoccupano, ma che non si hanno gli strumenti per poter affrontare in concreto. E anche questo è un sentimento nuovo, che l’adolescente prova per la prima volta: nell’infanzia tutto era possibile, ora si avvertono dei limiti e sentirsi incapaci di affrontarli sgomenta. La musica offre un mondo virtuale in cui rifugiarsi, un mondo dove, se non altro, l’adolescente si sente capito.