Una partecipazione senza precedenti. Giunto alla sua ottava edizione, il Festival Alta Felicità, organizzato dal Movimento No Tav con il Comune di Venaus, ha riscosso un’affluenza che, secondo i veterani del festival, non è mai stata così alta. Migliaia di giovani, meno giovani e famiglie hanno passato tre giorni all’aria aperta nel comune della Val di Susa, condividendo socialità, cultura, manifestazioni e ovviamente musica. Nel ricchissimo programma di concerti a ingresso libero, tanti nomi di cui ci siamo già occupati su Polvere: Queen of Saba, Willie Peyote, Ellie Cottino & Sista Sofy, Gianluca Grignani, Ex-Otago e molti altri artisti di spicco, esponenti del mainstream e dei generi alternativi. Vi raccontiamo com’è andata
Se non avete mai sentito parlare del Movimento No Tav, non sarò io a tentare di descrivere in un paragrafo le tantissime persone che in trent’anni hanno dato vita a un’esperienza incredibile nella storia italiana. I più odiati dal potere, i più celebrati dai nuovi antagonisti. I più disprezzati dai partiti tradizionali, i più corteggiati dalle fazioni di rottura. I più presi di mira dai militari e dalle forze armate, i più sostenuti da ambientalisti e pacifisti. I più temuti da faccendieri e imbonitori, i più stimati dai personaggi di scienza e cultura. Capaci di mettere in fuga l’esercito sul proprio territorio, ribaltare risultati di elezioni regionali – forse anche nazionali –, sovvertire progetti europei devastanti per l’ambiente, hanno reso possibili cose impossibili. Non solo lotta tout court: hanno dato vita a tante iniziative di socialità, cultura, aggregazione, con l’intento di sostenere le proprie attività e dare nuovo slancio alla comunità. Tra queste, un evento destinato a durare a lungo: il Festival Alta Felicità.
Ottava edizione, come sempre a fine luglio, a Venaus in Val di Susa. Si svolge proprio nel luogo dove, nel 2005, la resistenza dei cittadini ha respinto la militarizzazione delle forze armate, riconquistato il proprio territorio e costretto nella pratica a rifare e “alleggerire” il progetto originario, cambiando il tracciato italiano della futura linea ad alta velocità Torino-Lione. È una storia che verrà raccontata a lungo e che merita di essere ascoltata da molti.
Tanti giovani, da tutta Italia. Gran parte dei partecipanti ad Alta Felicità non era ancora nata quando il Movimento era già attivo. Tante famiglie, anziani, cittadini della valle. L’evento – come la lotta – è trasversale a livello generazionale. Quest’anno, particolarmente affollato: una partecipazione senza precedenti, stando a quel che mi raccontano i “veterani” che già c’erano nella prima avventurosa edizione del 2016. È un festival anche ad “alta temperatura”: rispetto agli anni precedenti, mai così caldo e i cambiamenti climatici in corso preoccupano in primis proprio gli abitanti delle montagne.
Il campeggio libero è soggetto a poche semplici regole di buon vivere comune. Tenere pulito l’ambiente, rispettare chi ti circonda, non portare vetro. Funziona. Acqua libera, docce e bagni accessibili, zona per ricaricare il telefono: c’è un po’ tutto, se ti va di sacrificare qualche comodità. Ci sono stand per mangiare e bere, gestiti da esercenti del territorio. Puoi sostenere il movimento anche comprando il bicchiere (con l’illustrazione di ZeroCalcare), oppure usare un bicchiere di plastica già in possesso, magari riutilizzando quelli che sei obbligato a comprare negli altri festival. Finalmente, qui si compie il miracolo della vera “sostenibilità”.
La Val Cenischia, piccolo ramo della Val di Susa che ospita Venaus, è molto stretta e non può contenere molte auto. Vengono messe a disposizione navette da Susa, fino alle 4 di notte, per arrivare in pochi minuti all’area del campeggio. Durante il giorno, puoi fare quello che vuoi. Ci sono incontri e talk all’insegna della tutela dell’ambiente, della difesa climatica, della giustizia sociale. Nella giornata di sabato, c’è la manifestazione che tocca i cantieri: occasione per i molti provenienti da tutta Italia per vedere con i propri occhi la devastazione operata sul territorio e la militarizzazione di ampie porzioni della valle.
E la sera c’è la musica. Gli artisti vengono solitamente annunciati pochi giorni prima dell’evento. Fortunatamente, molti artisti piuttosto famosi dimostrano vicinanza e sostegno, trovando in cambio un pubblico appassionato e numeroso. Dal tramonto in poi, puoi trovare l’arena dei concerti sempre piena, animata da artisti sempre connessi alla causa del movimento. Il programma spazia da generi più kombat, come folk, reggae, punk, a generi più mainstream. Da quest’anno, sopra il palco, accanto alla bandiera e allo striscione No Tav, anche la bandiera della Palestina.
Breve recap degli artisti di questa edizione 2024, in ordine di apparizione. Venerdì 26: Bertoli, Errico Cantamale, Dialcaloiz, Omini, RFC, Statuto, Mahout, Savana Funk + Willie Peyote, Sweet Life Society. Sabato 27: Spazio X, Sconvoltri, Blind Reverendo, Rimozione, Ex-Otago, Finley, Claver Gold, Queen of Saba, Le Superchicche & Lilith De Luna. Domenica 28: Ellie Cottino & Sista Sofy, Juda’s Kiss, Arianna Luz, Lou Dalfin, L’Entourloop, Gianluca Grignani, Duo Bucolico, Talco, Kutso, Salto.
Di seguito, i personali highlights relativi alla musica. Per stavolta, non sono la parte più importante, ma chiacchierare di musica è pur sempre la mia ragione di vita.
Per uno come me cresciuto tra le “notti magiche” e la “Nazionale del 2006”, impossibile resistere al Football Tour degli Statuto, che reinterpretano i classici italiani dedicati al calcio, da La partita di pallone di Rita Pavone a Una vita da mediano di Ligabue, passando per La leva calcistica del 68 di De Gregori e tante altre. Chicche del live sono l’esecuzione delle sigle delle trasmissioni 90° Minuto, Domenica Sprint e Tutto il calcio minuto per minuto, temi musicali che sono fortissimi nell’immaginario collettivo, al pari di brani come Lunedì Film, la soundtrack della Champions League o l’intro dell’Eurovision.
Omini, un power trio incendiario: l’anno scorso hanno suonato a notte fonda/prima mattinata – nel dormiveglia in tenda li percepivo mentre suonavano A lucid dream dei Fontaines D.C. –, ma stavolta non me li sono persi.
Molti degli artisti sul palco dell’arena di Alta Felicità esprimono il loro sostegno alla causa del Movimento No Tav. Tra questi anche Maurizio Carucci, cantante degli Ex Otago, che ricorda l’inevitabile legame che ognuno ha con il luogo in cui nasce. Data la sua scelta di vivere sull’Appennino Ligure, è certamente connesso con la sensibilità di chi abita queste valli. «Siamo filosofi e operai, faccendieri disperati, cinghiali incazzati». Proprio così.
Subito dopo i Finley: non mi aspettavo proprio questo ritorno in auge del pop-punk anni Zero, evidentemente mi è sfuggito qualcosa perché intorno a me c’era la folla in completo delirio.
Queen of Saba: hanno il potere di incendiare i corpi, di qualunque genere o non genere siano, parlando anche di diritti, lotta, libertà. Alle 2:30 l’arena era completamente piena e ondeggiante per loro. Nella mia visione delle cose sarebbe ora che questo accadesse anche in un prime time del Concertone del Primo Maggio.
Ellie Cottino & Sista Sofy, con la crew al completo insieme a B3tta, Kiki, Baggy, Il Buon Paul: che bellezza vedere su questo palco il rap torinese che sta salendo alla ribalta e che apre alla grande l’ultima serata.
L’attrazione che spara alle stelle me e molti amici è Gianluca Grignani: mezz’ora da solo alla chitarra acustica, suonando Falco a metà, Destinazione Paradiso, La fabbrica di plastica, La mia storia tra le dita, L’aiuola e molti altri pezzi. Come si fa a non amare il Joker?
Da quando è passato di qui, ancora di più.