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La musica come regolatore emotivo: le playlist per gestire ansia, rabbia e concentrazione

La musica e il corpo sono strettamente collegati. Ogni emozione porta con sé un’attivazione fisiologica caratterizzata da BPM precisi, è quindi possibile creare delle playlist ad hoc che ci accompagnino nella nostra esplorazione emotiva. Ansia, rabbia e concentrazione hanno delle caratteristiche fisiologiche che ben si adattano a specifici generi musicali, basta solo sapere quali per creare la playlist perfetta


La musica, si sa, è un potente strumento per entrare in contatto con le nostre emozioni: le può accentuare o modificare, può essere un catalizzatore o un calmante. Le canzoni sono luoghi in cui ci rifugiamo quando stiamo male o che ricerchiamo quando siamo felici. Ma non solo. Infatti, la musica è un’ottima compagna anche durante gli allenamenti sportivi in quanto migliora le prestazioni, aumenta la motivazione e riduce la sensazione di fatica. La magia sta nella sincronizzazione fisiologica, ovvero il processo attraverso cui il nostro corpo tende ad adattare il battito e la respirazione al ritmo e all’intensità musicale della musica che ascoltiamo. È questo il motivo per cui, ad esempio, determinati BPM – battiti per minuto – tendono a trascinare il corpo verso movimenti più lenti o più  veloci. Non è un caso infatti che l’unità di misura BPM sia utilizzata sia in campo musicale per definire il tempo di un brano, sia in campo medico per riferirsi alla frequenza cardiaca di un individuo.

A livello cerebrale, la musica sortisce un effetto anche sul sistema limbico perché l’armonia, la melodia e il testo di un brano attivano diverse aree del cervello che sono coinvolte nella gestione ed elaborazione delle emozioni, come l’amigdala e l’ippocampo. Il cervello rilascia serotonina – l’ormone del buonumore – quando si trova davanti a determinati passaggi musicali, sia quando se li aspetta sia quando essi lo sorprendono, ed è così le canzoni diventano una sorta di ancoraggio emotivo in grado di stabilizzarci. Se ci basiamo su questi semplici ma essenziali concetti, possiamo costruire delle playlist ad hoc che ci accompagnino nella consapevolezza e nella gestione delle nostre emozioni. Emozioni e sensazioni corporee sono strettamente collegate, perché ogni emozione è accompagnata da una sensazione fisiologica: l’ansia e l’eccitazione sono caratterizzate dal respiro corto e affannato, la rabbia e la paura aumentano il battito cardiaco, la tristezza abbassa la temperatura corporea. Vediamo qui di seguito quali caratteristiche dovrebbero avere delle playlist realizzate appositamente per gestire l’ansia, la rabbia e la concentrazione.

Ansia: rallentare il sistema nervoso

Quando ci troviamo in uno stato ansioso il nostro sistema nervoso è in allarme. Di conseguenza, un potenziale obiettivo potrebbe essere quello di creare una playlist in grado di ridurre l’attivazione fisiologica e mentale. La musica ideale deve avere allora un range di BPM che va dai 60 agli 80, ovvero quello più vicino al battito cardiaco a riposo. Le canzoni più indicate hanno anche linee melodiche prevedibili e armonie stabili, senza cambi troppo repentini che, per l’effetto sorpresa, possono generare un aumento del battito cardiaco. Brani caratterizzati da voci morbide o anche strumentali tendenti all’ambient possono contribuire a guidarci verso un mood rilassato. La musica lenta induce alla resonance breathing, in cui il respiro si fa più lungo e il cervello entra in uno stato di calma e sicurezza. I generi più indicati sono ambient, downtempo, soft piano, folk acustico e musica neoclassica. Un artista che secondo me non può mancare in questo tipo di playlist è Mac DeMarco.

Rabbia: defluire per non reprimere

Quando ci sentiamo arrabbiati, spesso la tendenza è quella di reprimere la nostra rabbia. La chiave però non è sotterrare questa emozione ma attraversarla e incanalarla in maniera mirata, in modo che possa uscire senza diventare distruttiva ed esaurire così il suo carico emotivo. In questo caso, la playlist può procedere verso due direzioni. La prima è lo scarico controllato, indicata per chi tende a somatizzare le emozioni: canzoni con un range di BPM compreso tra i 120 e i 160 e testi che riecheggiano la propria frustrazione così da favorire una catarsi emotiva e risolvere la tensione corporea e mentale. La seconda strada è invece quella di una de-escalation graduale: si parte da brani molto energici e si va a calare progressivamente l’intensità. L’ideale sarebbe iniziare intorno ai 120 BPM, proseguire con 100 e poi concludere con 80; in questo modo si accompagna il sistema nervoso a regolare l’arousal senza incappare in uno stacco brusco. I generi più indicati per questa playlist sono rock, metal, elettronica energica e hip hop aggressivo. Una band che per me non può mancare è Bring Me The Horizon.

Concentrazione: linearità e prevedibilità

In questo caso l’obiettivo è mantenere il focus. L’ideale sarebbe scegliere canzoni strumentali perché la presenza di testi — il linguaggio è un ulteriore carico cognitivo — può facilmente aumentare la distraibilità. I BPM più indicati vanno dai 100 ai 120 perché mantengono un ritmo stabile e costante; le frequenze migliori sono le medie e le alte, in quanto aumentano la vigilanza senza tuttavia risultare troppo invasive per il cervello. Inoltre, pattern ripetitivi e costanti favoriscono il mascheramento sonoro, ovvero filtrano il rumore ambientale e riducono i piccoli momenti di distrazione in cui si può incappare quando stiamo svolgendo un compito che richiede molta concentrazione. I generi migliori in questo caso sono la musica lo-fi, minimal techno, musica per pianoforte, colonne sonore e post-rock. A mio parere, un must in questo tipo di playlist è Ludovico Einaudi.

Quando ci troviamo a far fronte a queste emozioni, le playlist possono aiutarci a gestirle e a calmarci, ma rimane fondamentale comprenderle e capire che cosa ci sta succedendo. Ogni emozione ha una sua funzione e quando emerge porta con sé un messaggio che ci informa di qualcosa che ci sta accadendo a contatto con il nostro ambiente. Non esistono emozioni giuste e sbagliate, non esistono emozioni da cambiare o eliminare: sono tutte importantissime per la nostra consapevolezza. Quindi, ascoltate la vostra playlist in maniera consapevole, l’emozione che la musica sta accompagnando ha un messaggio di valore per voi.

Carlotta Anguilano

Faccio foto ai concerti e sono una psicologa. In macchina la musica la scelgo io e, quasi sempre, si tratta degli Oasis e di tutta la scuola brit.

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