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Anna and Vulkan esordisce a Torino: un live dai sapori di cabaret

In una classica serata torinese di metà novembre, Anna and Vulkan approda nella città sabauda all’Off Topic. Tra momenti di stand-up, canzoni eseguite in mezzo alla folla e un inedito, l’artista ha scaldato le anime del pubblico con il suo caldo cantautorato napoletano nu-disco


Cos’hanno in comune un siciliano, un francese, un’australiana e una filippina? L’inizio di una barzelletta, e poco altro, verrebbe da dire. Eppure c’è dell’altro, ma ci arriviamo. A Torino è una serata fredda, con una disturbante pioggerellina molto fine. Una di quelle serate da film e copertina. Nel cortile dell’Off Topic, però, c’è un po’ di gente che chiacchiera e beve birra in preda alla classica adrenalina post-concerto per cui quella pioggerellina fastidiosa nemmeno si avverte. La voglia di andare a casa è minima: è venerdì e domani non si lavora.

Il concerto in questione è quello di Anna Scassillo, in arte Anna and Vulkan, cantautrice partenopea che per la prima volta nella sua carriera si esibisce in Piemonte e, a maggior ragione, a Torino. «Esordio bagnato, esordio fortunato», verrebbe da dire. Anna è alle prese con un tour nei club per presentare la prima parte del suo esordio, uscito la scorsa settimana, Nuovo Amore Passato. Le canzoni di Anna si rifanno ai grandi padri del funk napoletano, rielaborandolo in chiave cantautorale e nu-disco moderna. Le sue tracce sono avvolte da una malinconia di fondo intrinseca e da quella visceralità tipicamente napoletana.

Sul palco si fa accompagnare da Damiano Ramperti alle tastiere, in arte Damiank, nonché suo produttore, e Filippo Ripamonti alla batteria. Anna, oltre a cantare, suona la chitarra. Il colpo d’occhio nella saletta interna dell’Off Topic non è dei più incredibili, la gente non è tanta ma è quella buona. A scenografare, un piccolo ledwall che, in loop, mostra l’iconografia del nome svanire e riapparire.

Anna attacca con le canzoni rilasciate nel suo ultimo lavoro, a cui visibilmente è molto legata, eseguendole con grinta e occhi a metà felici. Damiano ha sulle sue spalle l’onere di presentare i pezzi. Da emiliano doc prova a farlo in un improbabile napoletano e il pubblico non tarda a farglielo notare. Ne vengono fuori dei momenti di vera e propria stand-up comedy piuttosto esilaranti, che si vivono raramente nei live. Serve soprattutto per scaldare il pubblico che, nelle prime fasi del concerto, appare un po’ distaccato; una buona fetta degli spettatori continua ad entrare in colpevole ritardo. La missione è assolutamente un successo. Il pubblico inizia a ondeggiare in maniera spensierata. Anna porta con sé una ventata di freschezza e leggerezza nell’uggiosa serata torinese. Le sue canzoni sono calore per l’anima.

Sul finire del concerto arrivano le hit. Periodo Particolare è cantata a squarciagola da tutto il pubblico, in particolare da un gruppetto di ragazze nelle vicinanze. Su Sul ‘na notte, Anna scende dal palco per cantare tra la gente scatenandosi in un goffo ballo all’attacco del ritornello. Risalendo sul palco, finisce per incastrare i cavi del microfono tra le casse venendo prontamente aiutata dal pubblico a districare la matassa. È un momento da instant classic: tra anni al bar ci si potrà vantare dicendo: «Ma ti ricordi quanto abbiamo visto Anna and Vulkan a Torino e lei è scesa a cantare tra la gente?».

«Ne mancano quattro alla fine, la prossima è anche in italiano quindi la dovete cantare», annuncia Anna scherzando sull’uso dell’onnipresente napoletano nelle sue canzoni. Parte così L’estate infinita, che «poi finisce eh», ci tiene a sdrammatizzare Damiano alla fine della canzone tra le risate generali. Comm’è, un inedito della seconda parte del suo album cantato in anteprima, e Farla facile concludono il concerto nella completa trance del pubblico. Prima ancora della fine dell’ultima canzone si grida già al bis. Non poteva che essere il gruppo di ragazze che urlava a squarciagola per il bis di Periodo Particolare.

Ma allora che c’entrano un siciliano, un francese, un’australiana e una filippina? Nell’euforia post-concerto, mi sembra di sentire parlare inglese – o forse l’udito era completamente andato –. Si avvicina un gruppo di ragazzi così composto, che aveva assistito al concerto. Spiegano che a loro il concerto è piaciuto tantissimo e che di Anna conoscevano solo alcune canzoni mentre ballavano ancora in preda all’adrenalina. Ecco cos’hanno in comune: Comm’è ca si accussì brava, Anna?

 

foto di Andrea Mastrangelo

Michele Mastrogiovanni

Tentativo di redenzione dalla calvizie e dall'ingegneria

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