Denti d’oro da pirata e un contributo alla musica altrettanto prezioso quanto il suo nome d’arte: Goldie è un artista poliedrico che ha dato una spinta propulsiva alla scena elettronica inglese. Tra i fondatori e principali esponenti della jungle e della drum’n’bass negli anni ’90, è a buon titolo annoverato tra i dj, produttori, promotori e discografici più influenti. Quest’anno Timeless, il suo album d’esordio, ha compiuto trent’anni
Clifford Joseph Price nasce il 19 settembre 1965 a Walsall, nelle West Midlands, Inghilterra. Sua madre è scozzese, suo padre giamaicano, e a soli tre anni viene dato in adozione. Trascorre l’infanzia tra orfanotrofi e case famiglia, con continui spostamenti e affidamenti temporanei. Nella sua autobiografia All Things Remembered (Faber & Faber, 2017) racconterà senza filtri abusi, violenze e razzismo subiti in quegli anni, ferite che lo accompagneranno sempre, trasformandosi, come spesso accade, in carburante creativo. A scuola ha difficoltà e problemi comportamentali, ma un insegnante di arte riconosce il suo talento nel disegno e lo incoraggia a coltivarlo. È il primo indizio di un percorso che lo porterà a esprimersi come artista a tutto tondo.
Negli anni ’80, quando l’hip-hop americano arriva anche nelle periferie inglesi, il Clifford adolescente trova una comunità di riferimento. Stabilitosi a Wolverhampton, muove i primi passi come breakdancer, si fa notare come graffitaro e diventa parte della scena che nel 1987 verrà raccontata dal documentario Bombin’ di Dick Fontaine, a cui peraltro partecipa in prima persona. I graffiti diventano il suo primo linguaggio: lasciare un segno sui muri equivaleva a dire “io esisto”.

Tra il 1986 e il 1989 viaggia spesso negli Stati Uniti, tra New York e Miami. Qui frequenta la scena hip hop alla fonte: vende i grills – i denti d’oro ornamentali – a rapper e breaker locali e trasforma quell’elemento estetico in parte della sua identità. È in quegli anni che nasce il soprannome Goldie, il “pirata dorato” con i denti scintillanti.
Alla fine degli anni ’80 torna stabilmente in Inghilterra e scopre i primi esperimenti sonori che stanno nascendo nei club londinesi: breakbeat hardcore, acid house, reggae elettronico. Inizia una collaborazione con la Reinforced Records e comincia a manipolare i break, cioè frammenti di batteria o percussioni isolati e ripetuti che, manipolati, danno vita a groove spezzati e atmosfere cinematiche.
Tra il 1992 e il 1993 firma le sue prime produzioni, ma è due anni dopo che avviene la consacrazione: esce Timeless, pubblicato da FFRR e prodotto insieme a Rob Playford. Con brani come Inner City Life, interpretato dalla voce eterea e struggente di Diane Charlemagne, Goldie eleva la jungle a linguaggio orchestrale, mescolando stringhe sinfoniche, voci soul e naturalmente bassi profondi. A tal proposito, DJ Mag ha proposto un approfondimento sulla genesi del brano con il maestro in persona. Il titolo dell’album si erge a nomen omen: trent’anni dopo viene ancora celebrato come una pietra miliare della musica elettronica mondiale.
Intanto, insieme a Doc Scott e al duo Kemistry & Storm – a cui dedicheremo un articolo a parte –, fonda l’etichetta Metalheadz. Da quel momento, la drum’n’bass ha una casa che pubblica artisti del calibro di Dillinja, Photek, Grooverider, Ed Rush & Optical, diventando insieme incubatore e tempio del genere.
Parallelamente nascono le leggendarie Metalheadz Sunday Sessions al Blue Note di Hoxton Square. Ogni domenica, il club diventava il cuore pulsante della scena drum’n’bass londinese, dove era possibile ascoltare live Grooverider, Fabio, Doc Scott, Peshay e Photek. Il locale compatto, con soffitti bassi e un impianto che esaltava i bassi, favoriva l’interazione ravvicinata tra dj e dancefloor, rafforzando un senso di intimità e comunità.
In questo periodo, Goldie intreccia un’importante relazione con Björk. L’incontro avviene grazie a contatti comuni nel mondo dei club e delle produzioni discografiche: entrambi sono alla ricerca di nuove ispirazioni sonore e condividono un’attrazione verso l’innovazione visiva e musicale. La relazione attira l’attenzione pubblica, unendo due mondi creativi distinti – la drum’n’bass urbana e il pop sperimentale – e offrendo probabilmente a entrambi un confronto con nuove sensibilità artistiche. I due si sarebbero anche fidanzati, prima di separarsi dopo un periodo difficile segnato da pressioni personali e dall’invadenza dei media.
Goldie non si è mai posto limiti nella sua carriera artistica: nel 1999 appare in James Bond – The World Is Not Enough e prende parte anche alla soap EastEnders. Collabora, tra gli altri, con David Bowie – con cui registra la canzone Truth per l’album Saturnz Return (1998) e condivide l’esperienza sul set del film Everybody Loves the Sunshine (anche noto come B.U.S.T.E.D.) di Andrew Goth, ma anche con Noel Gallagher sul brano Temper Temper e con KRS-One.
In questi anni, non ha abbandonato la passione per l’arte visiva: dipinge, scolpisce ed espone in gallerie, mentre a Wolverhampton, la città in cui ha mosso i suoi primi passi, gli è stato dedicato un murale celebrativo. Come riportato dalla BBC, l’opera, realizzata dall’artista Eve Whitfield – laureata all’università locale – fa parte di un progetto di riqualificazione degli spazi commerciali vuoti e raffigura il musicista integrando alcuni dei suoi graffiti originali. Un tributo simbolico a chi ha saputo trasformare la rabbia e la creatività di strada in un linguaggio artistico capace di influenzare generazioni.
Oggi, tra festival internazionali, nuove produzioni e la guida di Metalheadz, continua a tracciare percorsi per le nuove generazioni di artiste e artisti, dimostrando quanto sia bella l’arte che, emergendo dal dolore, si tramuta in messaggio universale. Nel 2016 è stato insignito del titolo di MBE (Member of the Order of the British Empire) per i servizi resi alla musica e alle giovani generazioni come riconoscimento della portata culturale del suo lavoro. La sua eredità sta proprio nella capacità di dare voce a chi vuole emergere dal nulla, di fondere culture e storie in un unico linguaggio, di trasformare la rabbia e la memoria in arte. Goldie resta, oggi come trent’anni fa, un pirata che ha conquistato la drum’n’bass rendendola eterna.

